Promuovere l’inclusione sociale attraverso la cultura è l’obiettivo della speciale rappresentazione de Il Rigoletto, in scena il 10 marzo presso la Casa Circondariale “Lorusso e Cutugno” di Torino nell’ambito del progetto Per Aspera ad Astra. L’iniziativa, sostenuta dalla Fondazione, testimonia il valore del teatro come strumento di partecipazione e crescita
Il Teatro Regio di Torino porta l’opera all’interno della Casa Circondariale “Lorusso e Cutugno” con una rappresentazione speciale del celebre Rigoletto. L’adattamento, curato da Vittorio Sabadin, si propone di avvicinare la comunità penitenziaria alla società civile attraverso il linguaggio universale della cultura.
Presentata questa mattina nella Sala Consiglio del Teatro Regio durante una conferenza stampa – alla quale ha preso parte per la Fondazione Compagnia di San Paolo la responsabile dell’Obiettivo Persone Marzia Sica – l’iniziativa nasce dalla collaborazione tra il Teatro Regio, la Fondazione Compagnia di San Paolo, il Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale e la Casa Circondariale di Torino.
Il progetto si inserisce nel programma nazionale Per Aspera ad Astra – come riconfigurare il carcere attraverso la cultura e la bellezza, coordinato da ACRI, con l’obiettivo di potenziare il teatro in carcere e valorizzarne la funzione educativa, riabilitativa e culturale.
La rappresentazione de Il Rigoletto rientra in un calendario più ampio di repliche, che il 6 e 7 marzo coinvolgeranno anche il pubblico delle scuole. La produzione del Teatro Regio, basata sul melodramma di Giuseppe Verdi, vedrà protagonisti gli artisti del Regio Ensemble, con la direzione musicale di Giulio Laguzzi e la regia di Riccardo Fracchia.
Oltre alla rappresentazione, il progetto assume un forte valore sociale grazie al coinvolgimento diretto delle persone detenute nella realizzazione delle scenografie. Attraverso un percorso formativo promosso dal Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale e dall’associazione Teatro e Società, i detenuti hanno avuto l’opportunità di partecipare attivamente alla costruzione dello spettacolo.
Hanno realizzato praticabili, sgabelli, pedane e dipinto i periacti, sperimentando un’esperienza che unisce apprendimento, manualità e creatività. Un’attività che trasforma il teatro in uno spazio di crescita e riscatto.
Un progetto che rappresenta un primo passo verso un percorso che si auspica possa consolidarsi nel tempo, diventando un appuntamento stabile per la comunità penitenziaria e la città.
Attraverso Per Aspera ad Astra, la Fondazione Compagnia di San Paolo sostiene il teatro in carcere come strumento di crescita personale e reinserimento sociale. Il progetto ha infatti dato vita a una rete nazionale di 14 compagnie teatrali attive in 16 istituti di pena, che lavorano con un metodo condiviso per valorizzare il teatro sia nel suo ruolo culturale ed estetico sia nella sua funzione trattamentale. L’iniziativa non solo favorisce il riscatto individuale attraverso l’arte, ma contribuisce anche a una più ampia riflessione sul sistema penitenziario, promuovendo un dialogo tra istituzioni, detenuti e comunità nel rispetto dei principi sanciti dall’articolo 27 della Costituzione italiana.
La Fondazione, attraverso il suo impegno costante nel promuovere la cultura come strumento di inclusione, ribadisce il valore dell’arte nella costruzione di una società più equa e aperta.
Attraverso questo progetto, il teatro non solo diventa uno strumento di reinserimento sociale, ma stimola anche una riflessione più ampia sul ruolo del carcere all’interno della comunità.
Per saperne di più, vi invitiamo a consultare il comunicato stampa completo disponibile di seguito.