[vc_row][vc_column][vc_column_text el_class=”text-headline2″] IIGM, Unito e Unipd insieme per un risultato fondamentale a scopi terapeutici.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text] [/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column width=”1/4″][vc_column_text]
Data di pubblicazione: 13 Maggio 2020
Obiettivo
Pianeta.
[/vc_column_text][/vc_column][vc_column width=”3/4″ el_class=”page-content”][vc_column_text el_class=”text”]È stato identificato per la prima volta il gene ZNF398 responsabile del mantenimento delle cellule staminali pluripotenti.

Questa importante scoperta è frutto della collaborazione tra l’IIGM, l’Italian Institute for Genomic Medicine, ente strumentale della Fondazione Compagnia di San Paolo, l’Università di Torino e l’Università di Padova.

Il team di ricerca è stato guidato da Graziano Martello, del Dipartimento di Medicina Molecolare dell’Università di Padova, che è anche il firmatario dello studio pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica «Nature Communications». Il team ha collaborato con i ricercatori torinesi guidati da Salvatore Oliviero, docente di Biologia molecolare e responsabile della piattaforma di analisi genomiche dell’Università di Torino presso il Centro Interdipartimentale di Biotecnologie Molecolari (MBC) e presso l’IIGM.

La ricerca, finanziata da Armenise Harvard Foundation, ha identificato per la prima volta il gene responsabile della conservazione delle cellule staminali pluripotenti, come le embrionali staminali o le iPS, ribattezzato ZNF398. Un risultato fondamentale per la ricerca che si occupa di riprogrammazione delle cellule staminali a scopi terapeutici.

La particolarità di queste unità biologiche sta nella loro capacità di dare origine a qualsiasi cellula, dai neuroni a quelle del fegato. Le iPS, staminali pluripotenti indotte, vengono generate a partire da cellule adulte del nostro corpo in un processo chiamato riprogrammazione. Questo rende le staminali una fonte cellulare preziosa per le terapie avanzate di medicina rigenerativa.

Per essere conservate, le cellule staminali vengono generalmente congelate, ma, una volta riportate a temperatura idonea, è essenziale mantenerle in modo stabile prima di farle differenziare nelle cellule desiderate, ad esempio in neuroni. Il gene analizzato dal team di ricerca agisce dunque da “conservante” delle staminali, e la sua presenza può essere considerata una cartina tornasole del buon funzionamento delle iPS.

La ricerca completa si può leggere qui.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row full_width=”stretch_row” el_class=”download-area-wrap mt-0 mb-0″ css=”.vc_custom_1587069376729{margin-bottom: 0px !important;}”][vc_column el_class=”download-area”][vc_row_inner][vc_column_inner][vc_column_text]

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