Riaprono oggi alla fruizione del pubblico le collezioni conservate a Palazzo Rosso, la seicentesca residenza dei Brignole-Sale nella città di Genova, patrimonio dell’UNESCO dal 2006.

Dopo una serie di importanti interventi di adeguamento impiantistico e strutturale, riaprono oggi al pubblico le sale di Palazzo Rosso, uno tra i più importanti musei della città di Genova.

I lavori, che hanno adeguato la struttura ai vigenti standard di qualità e sicurezza, sono iniziati alla fine del 2019 e sono stati finanziati grazie al “Patto per Genova”.

Tra i sostenitori del progetto anche la Fondazione Compagnia di San Paolo che, nell’ambito del Protocollo Quadro 2019-20 tra la Fondazione e il Comune di Genova, ha finanziato il restauro della facciata di Palazzo Rosso, la Sala d’Autunno, la Loggia delle rovine e ricompreso nell’intervento anche i giardini, con l’obiettivo di una completa riapertura dell’emergenza architettonica, rendendone la visita più attrattiva, interessante e ricca.

Dal 2000 il Comune di Genova e la Fondazione Compagnia di San Paolo hanno infatti intrapreso un ambizioso progetto di riqualificazione e valorizzazione di quello che è diventato uno dei più importanti distretti museali del capoluogo ligure, l’antica e spettacolare Strada Nuova, attuale via Garibaldi, in piena coerenza con l’Obiettivo Cultura della Fondazione che si impegna a preservare e conservare il  patrimonio architettonico e artistico, nella convinzione che rappresenti una risorsa fondamentale del territorio e che meriti non solo grande attenzione, ma anche politiche di investimento di medio e lungo periodo.

Tra i lavori realizzati a Palazzo Rosso anche l’ammodernamento tecnologico e la messa a norma degli impianti, con adeguamenti necessari per l’utilizzo delle reti informatiche che, nei musei moderni, permettono di offrire ai visitatori esperienze di visita del tutto differenti rispetto al passato. Per la nuova progettazione degli impianti è stata dedicata particolare attenzione a trovare soluzioni che non danneggiassero l’apparato decorativo parietale del secondo piano nobile e i pavimenti di marmo, avendo il progetto tra le sue finalità proprio il totale rispetto delle caratteristiche storiche del complesso e degli interventi eseguiti negli anni ‘50 ad opera dell’architetto Franco Albini.

Accanto agli interventi impiantistici e tecnologici, sono state realizzate due importantissime operazioni conservative ovvero: il restauro della Sala della Grotta del secondo piano ammezzato con la sua “alcova”, che rappresenta un vero e proprio unicum fra gli interni dei palazzi genovesi e che viene ora aperto al pubblico e il restauro della volta della Sala della Primavera, affrescata da Gregorio De Ferrari, un autentico capolavoro della grande decorazione genovese barocca.

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Questa iniziativa contribuisce al raggiungimento dei seguenti Obiettivi di Sviluppo Sostenibile

SDG 9  Imprese, innovazione e infrastrutture
SDG 11  Città e comunità sostenibili