E’ stato presentato oggi il Protocollo di intesa sottoscritto il 30 giugno scorso tra Comune di Torino, Città Metropolitana di Torino, Regione Piemonte, Prefettura di Torino, Diocesi di Torino e Fondazione Compagnia di San Paolo relativo all’iniziativa congiunta: “Come il MOI, oltre il MOI: dalle esperienze nella città di Torino ad un modello di azione interistituzionale per l’accompagnamento all’autonomia e per la prevenzione di situazioni di disagio, finalizzate ad una maggiore coesione sociale”.Alla conferenza di presentazione del documento ha partecipato anche il Capo Dipartimento per le Libertà Civili e l'Immigrazione del Ministero dell’Interno, Prefetto Michele di Bari, a testimonianza dell’attenzione e del sostegno del Dicastero ai progetti di legalità e di solidarietà a favore delle realtà territoriali.Il Protocollo si pone l’obiettivo di ad applicare strumenti, metodologie, pratiche e strategie già sperimentate nel Progetto MOI a interventi similari realizzati sul territorio cittadino, per rafforzare l’inclusione di persone fragili e garantire adeguate condizioni di sicurezza, proponendosi di favorire la riconsegna di luoghi di vita sani e opportunità di autonomia a persone quali ad esempio migranti usciti dai sistemi di accoglienza istituzionali senza aver raggiunto un sufficiente grado di autonomia, persone accolte dal Progetto MOI per le quali non è stato possibile ancora conseguire condizioni di autonomia, ed altri a rischio di emarginazione, con positive ricadute in termini di inclusione sociale e di miglioramento dei livelli di ordine e sicurezza pubblica.MOI è l’acronimo di Mercato Ortofrutticolo all’Ingrosso, sede della fornitura e distribuzione dei prodotti ortofrutticoli per il territorio torinese fino ai primi anni 2000, poi divenuta area del Villaggio Olimpico dal 2006 e infine occupata da un migliaio di migranti a seguito dell’emergenza umanitaria nel 2013. Il progetto MOI nasce nel 2017 con l'obiettivo di offrire opportunità abitative e lavorative agli occupanti le 4 palazzine e gli interrati situate nell’ex-villaggio Olimpico e permetterne la graduale utilizzazione a fini residenziali attraverso la liberazione degli spazi occupati. Progressivamente, hanno collaborato al progetto circa 30 enti del terzo settore e istituzioni, ognuno apportando competenze e realizzando attività specifiche.Dal 2017 ad oggi sono state liberate le 4 palazzine, ponendo particolare attenzione alle esigenze delle persone e alla loro situazione documentale, per accompagnarle verso condizioni di progressiva autonomia e inclusione.Sono state trasferite in strutture di accoglienza 806 persone, oltre a 44 che erano state accompagnate dal progetto a percorsi di autonomia lavorativa prima delle operazioni di trasferimento, 170 persone hanno già raggiunto l'autonomia abitativa. Sul fronte lavorativo, sono 289 le persone che attualmente lavorano in diversi settori (ristorazione, facility, agroalimentare, cantieri navali e automotive) e 186 i percorsi di inserimento al lavoro ad oggi seguiti dall'equipe di progetto.Dopo la liberazione definitiva, il quartiere sarà completamente ristrutturato e diventerà un complesso di residenze sociali, con oltre 400 posti letto dedicati alla residenzialità temporanea a tariffe convenzionate per studenti, giovani lavoratori, city users.La riqualificazione urbana e sociale delle palazzine di Via Giordano Bruno traguarda un nuovo obiettivo di offerta abitativa moderna ed accessibile, ricca di servizi alla persona, per la città di Torino.L’intervento è stato reso possibile dalla sinergia coordinata fra il Fondo Abitare Sostenibile Piemonte - gestito da InvestiRE SGR (Gruppo Banca Finnat) e sostenuto dalle principali fondazioni di origine bancaria piemontesi, fra cui Fondazione Sviluppo e Crescita CRT, da Fondazione Compagnia di San Paolo e dal Gruppo Cassa Depositi e Prestiti - e la Città di Torino.A regime, il complesso sarà gestito da Camplus, primo provider italiano di co-living e di housing per studenti universitari.Il progetto MOI dimostra che, grazie all'intervento di più istituzioni che hanno condiviso obiettivi comuni, una situazione critica verificatisi in una porzione della città può trasformarsi in opportunità di cambiamento positivo per tutte e tutti e di maggiore coesione per il territorio. Per saperne di più sul progetto MOI è possibile visitare la sezione dedicata su CSP Play. Qui potrete approfondire la storia del progetto e ascoltare le testimonianze di chi ne ha usufruito, cambiando in meglio la propria vita.JTVCU2V6aW9uZV9Eb2N1bWVudGklNUQ=
Presentato oggi in Prefettura il Protocollo di Intesa: “Come il MOI, oltre il MOI”

Condividi:
Data di pubblicazione:17 Settembre 2021
Obiettivo
Persone.