È stata presentata questo pomeriggio la ricerca applicata all’area interna della Val Bormida per lo sviluppo sociale ed economico del territorio. Il progetto, nella sua fase di sperimentazione sui territori, ha ricevuto il sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo.

Il Castello di Monastero Bormida (AT) ha ospitato questo pomeriggio la presentazione del Rapporto finale del Piano Paesaggistico Regionale nell’area dell’Alta Val Bormida, un progetto frutto della cooperazione tra la Fondazione Compagnia di San Paolo, la Regione Piemonte e il Ministero della Cultura.

L’evento di presentazione si è aperto con i saluti istituzionali del Presidente della Fondazione Compagnia di San Paolo, Francesco Profumo, del Vice Presidente della Regione Piemonte e di diversi altri esponenti delle realtà coinvolte attivamente dal progetto sui territori.

La Regione Piemonte, in co-pianificazione con il Ministero della Cultura, è stata tra le prime regioni in italia ad approvare un Piano Paesaggistico adeguato al vigente Codice nazionale dei beni culturali e del paesaggio.

Ma per conferire effettivamente al paesaggio un ruolo attivo nella promozione dello sviluppo locale, è necessario attuare strategie di tutela e valorizzazione, che siano fattivamente supportate da percorsi di accompagnamento nel calarsi sui diversi territori, contribuendo così a definire una prospettiva comune ai futuri interventi urbanistici che si riterranno necessari.

Per questo motivo la Fondazione Compagnia di San Paolo ha deciso di sostenere una sperimentazione dedicata all’azione di accompagnamento su alcuni territori del Piemonte.
Dopo una prima fase riferita al territorio dell’Eporediese, si è conclusa recentemente la seconda fase dedicata al territorio dell’Alta Val Bormida il cui gruppo di ricerca è stato coordinato da Anna Marson, professore ordinario di Pianificazione del Territorio Università IUAV di Venezia.

Il territorio considerato, comprende circa 30 comuni, in prevalenza di piccole e molto piccole dimensioni e definiti, per caratteristiche demografiche, socio-economiche e di distanza dai principali servizi “aree interne”. Per le aree interne, il valore aggiunto potenziale del paesaggio può costituire a maggior ragione una risorsa decisiva.

La sperimentazione sostenuta dall’ente torinese, ha individuato per il territorio dell’Alta Val Bormida, 3 azioni strategiche e 4 approfondimenti collaterali:

la prima azione ha riguardato l’avvio di una Biografia di paesaggio in grado di far emergere la specificità di questo territorio dal punto di vista del paesaggio di lunga durata.
La seconda azione è consistita nell’approfondire le condizioni della Produzione del paesaggio attuale, materiale e immateriale, con una focalizzazione sulle filiere agropastorali, dell’ospitalità e della cultura.
La terza azione ha riguardato l’individuazione esemplificativa di alcuni paesaggi rurali storici, in parte consistente terrazzati, un tempo coltivati e attualmente coperti da boschi d’invasione, per semplificarne le possibilità di recupero.

I 4 approfondimenti collaterali sono stati dedicati rispettivamente alle “competenze” nelle trasformazioni del paesaggio, alla questione dei danni prodotti dalla fauna selvatica; alle potenzialità del pascolo nel bosco e alla complessa regolamentazione in essere e alle prospettive della sostenibilità, energie rinnovabili, cambiamenti climatici e paesaggio contestualizzate rispetto a questo territorio specifico.

Per approfondire l’analisi del contesto territoriale alla base del progetto, e gli esiti complessivi che identificano le integrazioni urbanistiche necessarie e i potenziali sviluppi sul territorio consulta il Rapporto finale del Progetto di sperimentazione per l’attuazione del piano paesaggistico regionale Alta Val Bormida.

Per leggere il comunicato stampa visita questo link.

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