62 i titoli programmati in sede e in tournée, di cui 16 produzioni, 32 spettacoli ospiti e 14 allestimenti per Torino Danza: questi i numeri della Stagione 2021/2022 del Teatro Stabile di Torino, inaugurata questo pomeriggio alla presenza, tra gli altri, del Segretario Generale della Fondazione Compagnia di San Paolo Alberto Anfossi.
La nuova Stagione del Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale sarà all’insegna della pluralità espressiva, confermando la sua vocazione a dare vita a un ambiente in grado di accogliere una comunità composita, con un cartellone che saprà spaziare dalla rilettura dei classici alla drammaturgia contemporanea.
Fra le iniziative messe in campo per la nuova Stagione proseguiranno quelle realizzate in collaborazione con la Fondazione Compagnia di San Paolo, tra i sostenitori del Teatro insieme alla Città di Torino, Regione Piemonte, Fondazione CRT, Città di Moncalieri e il Ministero della Cultura.
Dal 2010 ad oggi l’impegno della Fondazione Compagnia di San Paolo a favore della Fondazione Teatro Stabile è stato di oltre 14 milioni di euro, che ricomprendono sia il sostegno all’attività istituzionale dell’Ente in qualità di socio fondatore, sia il sostegno al Festival Torino Danza, sia il sostegno a progetti specifici quali il progetto candidato nell’ambito del bando Switch, il sostegno alla creazione del dipartimento di Social Empowerment e il sostegno per azioni di internazionalizzazione.
“La Fondazione Compagnia di San Paolo riconosce al Teatro Stabile il ruolo di principale istituzione che opera nell’ambito dello spettacolo dal vivo nel nostro territorio – ha dichiarato in conferenza stampa Alberto Anfossi -. Pertanto in qualità di socio ne sostiene l’attività istituzionale e inoltre ha desiderato contribuire finanziariamente alla costituzione di un “dipartimento sociale”, in considerazione della sensibilità che la nostra Fondazione ha per tutte le iniziative che mirano a diffondere i valori più alti della cultura come strumento di partecipazione e inclusione.
Il teatro Stabile si configura come un player fondamentale della nostra città, sia per la capacità che negli anni ha avuto di configurarsi come ente di eccellenza a livello non solo nazionale, sia per quanto è riuscito a fare in termini di costruzione di partnership e collaborazioni.
Poter contare su un soggetto che è al centro di dinamiche culturali di eccellenza a livello internazionale da un lato rafforza il ruolo di Torino come città di arte e cultura, dall’altro consente a tutti gli operatori del settore attivi sul territorio di beneficiare della presenza di un soggetto che presta un servizio a tutto il comparto.
L’attività del Teatro Stabile trova il sostegno della Fondazione – ha proseguito Anfossi – anche perché condivide con noi molti degli obiettivi che ci siamo posti per questo quadriennio. Non soltanto quello di rendere il nostro territorio attrattivo, ma anche quello di sviluppare nuove competenze e nutrire i talenti del territorio, contribuire a creare una società inclusiva attraverso i linguaggi contemporanei dell’arte e della cultura, favorire la crescita di una cittadinanza attiva e partecipe della vita pubblica delle nostre città.
I progetti che recentemente abbiamo contribuito a sostenere, oltre alla programmazione annuale, sono un aspetto che va evidenziato dell’attenzione che lo Stabile dimostra nei confronti delle sfide del presente, soprattutto quelle poste dall’emergenza sanitaria non ancora del tutto sconfitta.
Un’attenzione fortissima nei confronti della trasformazione digitale, grazie al progetto sostenuto nell’ambito del bando Switch, è un esempio della capacità del Teatro di affrontare con determinazione un rinnovamento necessario, ma in grado di generare opportunità straordinarie, e che prevede l’applicazione non soltanto di nuovi strumenti, ma di una nuova concezione della gestione di alcune attività. Il progetto riguarda tutta l’attività del teatro, dal palcoscenico al lavoro di ufficio, dalla gestione dei magazzini alla biglietteria. Ciò si accompagna a un lavoro sistemico di capacity building della struttura, che deve essere messa nelle condizioni di poter affrontare cambiamenti così importanti”.