All’evento Italia smART Community la Fondazione ha ribadito la sua visione della Cultura come elemento chiave per il raggiungimento degli SDGs.
L’Italia ospita uno straordinario patrimonio artistico, architettonico, umanistico, paesaggistico ed eno-gastronomico.
Le città italiane, con le loro bellezze, difficoltà e contraddizioni devono e possono diventare i luoghi simbolo dell’intreccio virtuoso tra innovazione, beni culturali, turismo e resilienza che le renderebbe ancora più uniche nel mondo.
Italia smART Community, l’evento promosso da Pentapolis Onlus ed Eco in Città, ha fatto tappa a Torino, con la volontà di coinvolgere istituzioni, governo, imprese, enti di ricerca, università, fondazioni, società civile, media, start up su un obiettivo comune: la costruzione di una società digitale e sostenibile per una maggiore valorizzazione e migliore fruibilità dei beni culturali.
All’evento ha partecipato anche il Segretario Generale della Fondazione Compagnia di San Paolo, Alberto Anfossi, con un intervento dedicato all’impegno della Fondazione per mettere la Cultura al primo posto e per promuovere la Cultura come strumento per costruire una società capace di coinvolgere e accogliere le persone.
“Quando ci siamo riorganizzati sulla base dell’Agenda 2030 e degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite, abbiamo subito posto come requisito il fatto che la Cultura dovesse rimanere parte del nostro modo di agire – ha detto Anfossi -. A una prima lettura degli SDGs abbiamo notato che il modo in cui essi incorporano la Cultura ne metteva in evidenza solo la componente patrimoniale, il che ci sembrava limitante. Un tema che poi è stato ampiamente e autorevolmente affrontato e superato, per esempio dall’UNESCO, con pubblicazioni ad hoc per far vedere come integrare la Cultura negli SDGs andando ad approfondire altri sotto obiettivi. Questo ci ha confortato e ci ha permesso di andare avanti nel lavoro”.
La Fondazione ha quindi portato avanti analisi di tipo qualitativo e quantitativo sui progetti culturali sostenuti negli anni precedenti ed è emerso come gli SDGs fossero in realtà già molto presenti in queste iniziative. Un risultato che ha guidato il ridisegno della Fondazione dal punto di vista organizzativo, fino alla definizione di tre obiettivi: Cultura, Persone e Pianeta.
“La filosofia di fondo è che ognuno di questi obiettivi contribuisce al raggiungimento dell’Agenda 2030 in modo sistemico – ha aggiunto Anfossi -: qualunque sfida della società analizziamo, essa ha sicuramente più componenti, richiede quindi un approccio sistemico”.
Per raggiungere i suoi obiettivi, la Fondazione ha poi individuato 14 missioni, che sono il suo secondo livello organizzativo. Nel caso della Cultura, le missioni sono quattro.
La prima è Creare attrattività: “Valorizziamo le identità culturali e creative di ogni territorio – ha spiegato il Segretario Generale -, per renderlo più fruibile e attrattivo nei confronti del turismo. Lavoriamo perché le risorse di ogni luogo rappresentino un’opportunità di crescita per tutte le persone che lo abitano e per quelle che lo scelgono come spazio in cui far nascere nuove occasioni di conoscenza, di lavoro e di sviluppo economico e sociale”.
La seconda missione è Sviluppare Competenze: “Ci è sembrato importante lavorare in modo complementare tra risorse date per sostenere istituzioni ed eventi e lavorare per rendere più forti i comparti. Sosteniamo un sistema formativo che alimenti le professioni della cultura e stimoliamo il rafforzamento dell’intero comparto, perché sia componente vitale per la crescita della società”.
Terza missione dell’obiettivo Cultura, illustrata da Anfossi durante l’evento, è Custodire la bellezza: “Ci prendiamo cura del patrimonio culturale del nostro territorio, perché anche le prossime generazioni possano beneficiare di questa ricchezza”.
Infine, la missione Favorire la partecipazione attiva: “Invitiamo le persone a diventare protagoniste: favoriamo infatti la nascita di un nuovo spirito di condivisione con cui ripensare gli spazi culturali e civici, interpretandoli in una nuova prospettiva che li renda più inclusivi e coinvolgenti. Consideriamo la cultura come motore per costruire una nuova cittadinanza attiva, produzione culturale intesa come partecipazione, come è successo per esempio con il progetto del Polo del 900, con il quale siamo riusciti a conservare la memoria ma anche a far leva sulla memoria per proiettarsi sul futuro”, ha concluso Anfossi.
A questo link è disponibile lo streaming dell’evento.