Un percorso di riflessione collettiva sull’identità, la memoria e la rappresentazione attraverso l’arte. Il Public Program #INSIDE propone una serie di appuntamenti con artisti, curatori e studiosi per esplorare nuovi immaginari e visioni più inclusive del passato e del presente.
Presso le Gallerie d’Italia di Torino prosegue il Public Program #INSIDE, un ciclo di incontri curato dall’Obiettivo Persone e dall’Obiettivo Cultura della Fondazione Compagnia di San Paolo, in collaborazione con la Fondazione Circolo dei lettori, nati dal confronto con figure impegnate sui temi dell’identità, della rappresentazione, del linguaggio: Grace Fainelli, esperta di comunicazione inclusiva e linguaggi plurali; Hanane Makhloufi, poeta e curatrice del Black History Month Torino; Valentino Agunu, artista poliedrico: musicista, attore e performer.
L’iniziativa nasce con l’intento di offrire uno spazio di riflessione e confronto su temi centrali per la comprensione del presente, tra cui il concetto di identità, la rappresentazione, l’evoluzione del linguaggio e la rilettura della storia attraverso le pratiche artistiche.
#INSIDE accoglie prospettive capaci di mettere in discussione le narrazioni dominanti, valorizzando approcci critici e visioni alternative.
Particolare attenzione è dedicata al tema dell’afrodiscendenza e alla necessità di rileggere in chiave contemporanea l’eredità coloniale e post-coloniale. Gli incontri vedono la partecipazione di artiste, artisti, curatrici, curatori, studiose e studiosi che, attraverso le loro ricerche e pratiche, propongono nuovi strumenti per abitare il presente in modo più consapevole, inclusivo e giusto.
Tra loro, Espérance Hakuzwimana, Nogaye Ndiaye, Daphne Di Cinto, Justin Randolph Thompson, Valerie Tameu, Wissal Houbabi e Simão Amista.
Il ciclo si propone di mettere in luce il potenziale dell’arte come forma di riparazione e trasformazione sociale: un mezzo per ricostruire la memoria, sanarne le fratture e restituirle voce, rendendo visibili esperienze e soggettività spesso trascurate.
Attraverso linguaggi visivi e performativi, #INSIDE intende attivare processi di cura individuale e collettiva, stimolare la partecipazione e contribuire alla costruzione di futuri più equi e plurali.
Espérance Hakuzwimana e Nogaye Ndiaye dialogheranno con Hanane Makhloufi, che modera l’incontro, in una riflessione aperta sul linguaggio, le sue implicazioni e la sua capacità di plasmare l’immaginario, definire confini e aprire possibilità.
Il confronto offrirà spunti su come le parole contribuiscano a costruire visioni del mondo, influenzando il modo in cui ci riconosciamo, viviamo il presente e immaginiamo futuri nuovi.
La partecipazione agli incontri è gratuita, previa prenotazione sul sito delle Gallerie d’Italia.
Di seguito si propone una panoramica completa delle mostre in programma:
- Mercoledì 7 maggio 2025 h. 18.30
Parole, immagini, potere: un dialogo attorno alle parole che ci abitano
Dialogo con Espérance Hakuzwimana e Nogaye Ndiaye modera Hanane Makhloufi
Un confronto sul linguaggio, le sue implicazioni e il suo potere di generare immaginari, tracciare confini, aprire possibilità. Il dialogo esplorerà come le parole contribuiscano a costruire rappresentazioni e visioni del mondo, influenzando il modo in cui ci riconosciamo, abitiamo il presente e immaginiamo futuri nuovi.
Espérance Hakuzwimana scrittrice, ha pubblicato per Einaudi (Tutta intera, 2022 e Tra i bianchi di scuola, 2024) e Mondadori (La banda del pianerottolo, 2023). Dal 2022 è consulente D&I per Na.Co – Narrazioni Contaminate.
Nogaye Ndiaye dottoressa in giurisprudenza, scrittrice, formatrice e divulgatrice, impegnata nella sensibilizzazione online e offline su tematiche legate all’antirazzismo, alla decolonizzazione e alla decostruzione degli stereotipi razzisti. È autrice di Fortunatamente nera: il risveglio di una mente colonizzata e Universo parallelo il paradigma del privilegio.
Hanane Makhloufi scrittrice di poesia ed editor, coordinatrice e curatrice del Black History Month Torino e attivista per i diritti umani sul territorio torinese. Fondatrice di Sanduq Edicola Colletiva, un progetto di riqualificazione di un’ex edicola in San Salvario a Torino.
- Giovedì 29 maggio 2025 h 18.00
Rileggere la storia italiana: afrodiscendenze e memoria Dialogo con Daphne Di Cinto e Justin Randolph Thompson modera Valentino Agunu
La storia italiana è attraversata da presenze afrodiscendenti che spesso restano invisibili nella memoria collettiva. L’incontro propone una riflessione sulle storie rimosse, per restituire dignità e visibilità a chi ha contribuito a costruire l’Italia di ieri e di oggi. Un dialogo che intreccia memoria, arti visive e narrazione, offrendo strumenti per ripensare l’identità collettiva e immaginare una rappresentazione storica più giusta e plurale.
Daphne Di Cinto attrice, sceneggiatrice, regista e attivista culturale, è autrice de Il Moro (2021), cortometraggio sulla figura afrodiscendente di Alessandro de’ Medici, che ha ottenuto riconoscimenti internazionali. Il suo lavoro ruota attorno alla rappresentazione delle identità afroeuropee, alla rilettura decoloniale della storia e all’empowerment attraverso l’arte. Collabora con scuole, musei e istituzioni su temi legati a memoria, storia e rappresentazione.
Justin Randolph Thompson artista, educatore e facilitatore culturale statunitense, attivo tra Italia e USA dal 1999. È co-fondatore e direttore dell’iniziativa Black History Month Florence e del centro di ricerca The Recovery Plan, entrambi dedicate alle culture afrodiscendenti in Italia. Il suo lavoro esplora le gerarchie sociali e istituzionali, intrecciando arte, attivismo e ricerca. Ha ricevuto numerosi riconoscimenti internazionali e ha esposto in musei come il Whitney Museum e il Museo MADRE.
Valentino Agunu Valentino Agunu, in arte WADO, è un artista e musicista cosmopolita. Cresciuto tra Italia, Nigeria e Stati Uniti, WADO fonde Afrobeats, cultura italiana e influenze globali, dando voce a una generazione senza confini. Ex Hospital Corpsman della US Navy e attivista per i diritti dei figli di immigrati, ha portato la sua esperienza in musica, cinema e televisione. I suoi brani, prodotti tra Milano, New York e Lagos, raccontano storie di identità, appartenenza e orgoglio afro- italiano.
- Mercoledì 11 giugno 2025, h 18.30
L’arte come cura: memoria, trauma e trasformazione Dialogo con Valerie Tameu e Wissal Houbabi
modera Simão Amista.
Che ruolo può avere l’arte nei processi di cura e di guarigione dai traumi coloniali e razziali? Un dialogo sull’arte come pratica riparativa, capace di aprire nuovi immaginari, rendere visibile l’invisibile e attivare processi di trasformazione sociale. Un incontro che si interroga sul potere del linguaggio artistico e performativo per rielaborare la memoria, ricucirne le ferite, riattivarne i sensi nascosti, restituirle voce.
Valerie Tameu artista e performer multidisciplinare. La sua pratica, ibrida ed esplorativa, unisce performance, tecnologia e pratiche decoloniali, indagando il rapporto tra memoria, immaginazione e corporeità. I suoi recenti lavori sono stati presentati in contesti come Ars Electronica, Centrale Fies, BASE Milano, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, e raccontati su L’Espresso e Gucci Prospettive.
Wissal Houbabi poeta performativa, artista, scrittrice, direttrice artistica di Spore, hip hop head. Con la sua poesia scardina le convenzioni linguistiche e poetico, interrogando il rapporto tra lingue e dialetti, tra suono, stigma e senso. Nota per la sua radicalità estetica e politica e capacità di saper comunicare, ha lavorato con le principali istituzioni culturali, tra le quali Iuav, Goethe- Institut, Museo delle Civiltà. Tra i suoi lavori: La Madelaine de Proust – La Vache qui Rit, pubblicato in Visible: Art as Policies for Care. Socially Engaged Art (2010–Ongoing); Una gran puzza di merda nell’aria, presentato al Milano Re-Mapped Summer Festival, al Compraverde 23 e alla XV Abba Cup; Attitudine. Anatomia di un occhio tagliato (Einaudi, 2023); Offesissima presso Ar/ge Kunst Bolzano.
Simão Amista docente e formatore, studioso di religioni e filosofie spirituali africane e afrodiscendenti.