Elementi di contesto
L’iniziativa si colloca nel quadro del Documento Programmatico Pluriennale 2025–2028 della Fondazione Compagnia di San Paolo, che assume come priorità strategiche integrate la riduzione delle disuguaglianze e la promozione dello sviluppo sostenibile del territorio. Il bando nasce dall’alleanza tra l’Obiettivo Persone e l’Obiettivo Pianeta e rappresenta un’evoluzione del percorso avviato con il precedente Bando “B2 = il bene x bene”.
Negli ultimi anni, il quadro della povertà alimentare si è aggravato e trasformato. Sebbene non esista ancora una definizione standard di povertà alimentare né a livello italiano né a livello europeo, un utile riferimento sono gli studi di Action Aid che mettono in luce la multidimensionalità del fenomeno e la necessità di monitorarlo attraverso nuovi indicatori. La povertà alimentare infatti è un fenomeno che coinvolge tutte le persone che si trovano costrette a contrarre le spese dedicate al cibo in termini di qualità prima e di quantità poi, con ripercussioni sulla salute e conseguente disagio psicologico e sociale legato alla paura di non poter provvedere a un pasto con continuità, oltre al disagio derivante dal dover chiedere aiuto.
Questa lettura trova riscontro nei dati l’ISTAT, che evidenziano un aumento delle difficoltà economiche, lavorative e di spesa delle famiglie segnalando un incremento della povertà assoluta rispetto al 2022, che coinvolge oltre 5,7 milioni di individui; il dato nell’ultimo biennio (2023/2024) è stazionario ma si registra un aumento del 2,8% negli ultimi 10 anni. In particolare, è cresciuta la quota di minori in povertà assoluta, che ha raggiunto il 14%: una fascia d’età sempre più colpita dalla ridotta accessibilità economica a diete sane, con impatti visibili anche sull’aumento dell’obesità infantile. Vi è poi una fascia della popolazione a rischio di povertà o esclusione sociale che, a livello nazionale nel 2024 era pari al 23,1% (era 22,8% nel 2023), per un totale di circa 13 milioni e 525mila persone. In questa fascia l’incidenza della deprivazione alimentare è tre volte superiore alla media nazionale e raggiunge il 32,5% (Action Aid 2024). Guardando all’Italia del Nord Ovest il rischio povertà o esclusione sociale interessa il 13,9% della popolazione (nel 2023 era il 13,5%), mentre il reddito annuale reale si è ridotto del 4,7%.
Osservando il potere di acquisto delle famiglie, complessivamente, si nota come tra il 2023 e il 2024 l’inflazione abbia inciso sul carrello della spesa alimentare, con un aumento nel 2023 di circa 9,2% e nel 2024 di ulteriore 2,5%. In questo contesto la spesa delle famiglie per il cibo in caso si è contratta sia in termini quantitativi che qualitativi in presenza di elementi di altre problematiche di natura economica, abitativa, sociale o di salute.
Queste fragilità si riflettono infine anche sui criteri di accesso agli strumenti di contrasto alla povertà come il Fondo di aiuti europei agli indigenti (FEAD) e il Fondo Nazionale Indigenti. Sebbene il numero dei beneficiari del FEAD sia in crescita, l’accesso agli aiuti alimentari non rappresenta adeguatamente la diffusione e l’intensità̀ della deprivazione alimentare materiale. Infatti, fattori come i criteri di accesso, lo stigma sociale e le barriere logistiche possono portare a una sottostima del bisogno reale. A conferma di ciò̀ , nel 2022 il 9,6% della popolazione viveva in povertà̀ assoluta, ma solo il 4,9% riceveva aiuti alimentari. Tale divario tra povertà̀ assoluta e quota di beneficiari dei fondi FEAD è più̀ marcato al Nord. La parte della popolazione colpita dalla povertà alimentare appare quindi ampia e diversificata e richiede una rilettura del fenomeno in chiave sistemica e multidimensionale, per elaborare chiavi di analisi più raffinate, criteri di accesso più ampi, forme di sostegno e modalità di contrasto più articolate.
Inoltre, per garantire a tutti e tutte l’accesso continuo a cibo sicuro, nutriente e adeguato, la FAO sottolinea l’urgenza di integrare le misure di contrasto alla povertà con processi di transizione verso sistemi alimentari sostenibili. Sicurezza alimentare e sostenibilità sono obiettivi da interconnettere e legare anche alla mitigazione e all’adattamento al cambiamento climatico. Serve una visione sistemica che unisca bisogni umani, tutela ambientale e sostenibilità delle filiere.
I sistemi agroalimentari, infatti, sono strettamente interconnessi con le sfide ambientali globali. Secondo la FAO, il settore agroalimentare contribuisce per circa il 31% alle emissioni globali di gas serra. Le produzioni alimentari sono uno dei principali motori della crisi climatica, della perdita di biodiversità, della deforestazione e del consumo insostenibile di suolo e risorse idriche. Al contempo il settore agroalimentare è uno dei più colpiti dagli impatti del degrado ambientale. Gli eventi climatici estremi, la tendenza alla tropicalizzazione del clima che colpisce l’area mediterranea e l’Italia, la diffusione di parassiti alloctoni, compromette la resa delle coltivazioni nei campi e causa danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne. La crisi climatica ha quindi conseguenze a cascata sulle funzioni ecologiche, sulle aziende agricole e sul mercato alimentare, nazionale e internazionale. Il modo in cui produciamo, distribuiamo e consumiamo cibo ha quindi un impatto diretto sia sulle condizioni di vita attuali sia sulle possibilità delle generazioni future.
Questi dati mostrano come in termini di contrasto alla povertà sia necessario superare l’equazione riduttiva “lotta alla povertà = lotta allo spreco alimentare”. Se il recupero delle eccedenze rimane uno strumento utile, esso non può rappresentare la soluzione principale a questo fenomeno; anzi in alcuni casi può giustificare la produzione dello spreco e nello stesso tempo non contribuire a una dieta equilibrata. L’esperienza degli ultimi anni ha evidenziato la necessità di superare i modelli emergenziali, costruendo sistemi territoriali del cibo in grado di garantire non solo un approvvigionamento stabile e diversificato, ma anche un’attenzione alla qualità nutrizionale e all’impatto ambientale. L’accesso al cibo sano e sostenibile deve diventare una componente essenziale delle politiche di contrasto alla povertà, sostenuto sia da interventi strutturali sia da un rinnovato impegno in ambito educativo e culturale, per promuovere consapevolezza, empowerment e scelte alimentari informate.
In questo quadro, il cibo non rappresenta solo un bisogno da soddisfare, ma un diritto da garantire. Il diritto al cibo, come sancito dal diritto internazionale, implica la possibilità di accedere in modo continuativo, dignitoso e sostenibile a cibo sano, nutriente e culturalmente adeguato.
In conclusione, il presente bando intende sostenere percorsi locali che, partendo dalla lotta alla povertà alimentare, siano capaci di generare nascenti sistemi territoriali del cibo integrati, partecipati e sostenibili, evolvendo da logiche emergenziali a interventi strutturali, radicati nei contesti e capaci di attivare trasformazioni durature.
La costruzione di sistemi territoriali del cibo richiede processi di medio-lungo periodo, differenziati e coerenti con le caratteristiche sociali, ambientali e istituzionali dei contesti. Questi percorsi possono partire da ambiti diversi: reti di redistribuzione di eccedenze e donazioni, riorganizzazione dei servizi di mensa (scolastica, ospedaliera, comunitaria), sviluppo di filiere del cibo a base territoriale, promozione di pratiche di agricoltura sostenibile (agroecologica e rigenerativa), sociale e di prossimità, promozione di forme di economia circolare, riduzione degli sprechi e consumo consapevole. Tali iniziative rappresentano tasselli complementari di una strategia sistemica che nel tempo potrà attivare politiche locali del cibo, fondate su una governance multilivello, partecipata e orientata all’impatto, capaci di armonizzare gli interventi settoriali (assistenza, salute, educazione, ambiente, produzione) in un disegno integrato per lo sviluppo equo e sostenibile delle comunità locali e rappresentare anche una leva fondamentale per contribuire alla mitigazione e all’adattamento al cambiamento climatico.
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Finalità generali e obiettivi specifici del Bando
Il bando mira a garantire un accesso continuativo e dignitoso a cibo sano, adeguato e sostenibile a tutte le persone, con particolare attenzione a quelle in condizione di fragilità e/o vulnerabilità, attraverso interventi che migliorino qualità, stabilità e varietà dell’approvvigionamento dei servizi di contrasto e che sostengano la transizione dei territori da un approccio emergenziale e frammentato alla povertà alimentare verso lo sviluppo di sistemi territoriali del cibo (integrati, sostenibili, equi). A partire dal rafforzamento delle reti locali di contrasto alla povertà alimentare, si intende accompagnare i territori verso una progressiva integrazione tra dimensione sociale, ambientale e culturale, riconoscendo il cibo come leva di welfare, fattore di sviluppo territoriale e strumento di azione per il clima nel quadro di nascenti politiche locali del cibo.
Saranno sostenute proposte che intendano perseguire alcuni dei seguenti obiettivi:
- Migliorare qualitativamente e quantitativamente l’offerta di beni alimentari e di altri beni di prima necessità, anche attraverso la diversificazione delle fonti e le modalità di approvvigionamento dei servizi di contrasto alla povertà – rafforzando, a titolo di esempio, reti locali, filiere corte, orti urbani, agricoltura sociale e strumenti di acquisto solidale o collettivo – lo sviluppo di modalità e spazi che aumentino l’accesso di nuove fasce di popolazione ad azioni di contrasto alla povertà alimentare.
- Promuovere la partecipazione e la corresponsabilità nella governance del cibo, attivando tavoli multiattore e modelli collaborativi tra enti pubblici, terzo settore, imprese, mondo agricolo, educazione e ricerca.
- Sostenere processi di educazione alimentare per favorire consapevolezza, autonomia, comportamenti alimentari sani e sostenibili, e contrastare stereotipi e stigmi associati al binomio povertà – spreco e a stili alimentari diversi per ragioni culturali o religiose.
- Favorire un cambiamento culturale che sposti l’attenzione dal cibo come prodotto al cibo come diritto e dal singolo consumatore critico e responsabile alla collettività, riconoscendo il cibo come attivatore per la trasformazione dei sistemi alimentari e l’accesso a cibo sano per tutti, attraverso l’engagement civico e advocacy pubblica.
- Accompagnare i territori nella definizione e implementazione di politiche locali del cibo, costruendo visioni integrate e strategie condivise che valorizzino le potenzialità locali e rispondano alle sfide del presente.
- Contribuire alla transizione ecologica e alla mitigazione della crisi climatica avendo cura di favorire l’accesso al cibo a tutti in una prospettiva di medio-lungo periodo attraverso, a titolo di esempio, produzioni alimentari da modelli di agricoltura rigenerativa/sostenibile, la riduzione degli sprechi, l’inclusione di criteri ambientali e sociali nelle politiche locali del cibo.
Le progettualità potranno collocarsi lungo una traiettoria evolutiva variabile, coerente con il livello di maturità dei territori, e articolare azioni che vanno dal consolidamento delle reti esistenti attraverso la costruzione di sistemi territoriali del cibo, fino all’avvio di nascenti politiche locali del cibo.
Fase 1 – Richiesta per la manifestazione di interesse: presentazione del raggruppamento e sintesi della prima idea progettuale
I raggruppamenti saranno invitati a presentare una proposta preliminare, contenente:
- motivazioni della scelta dell’area territoriale di intervento,
- analisi del contesto di intervento a partire dai dati territoriali sul fenomeno della povertà alimentare e delle azioni di contrasto presenti,
- prima definizione degli obiettivi strategici e delle azioni previste nei diversi ambiti di intervento,
- struttura del partenariato e ruoli dei soggetti coinvolti nel raggruppamento,
- piano economico indicativo suddiviso per ambiti di intervento e comprensivo delle quote di cofinanziamento,
- una richiesta di contributo fino a € 5.000, volta a coprire i costi di partecipazione al percorso di capacity building e di accompagnamento alla progettazione,
attraverso la compilazione di appositi moduli da allegare alla domanda di contributo usando la piattaforma ROL.
In questa fase sarà possibile prevedere sessioni di confronto da parte dei partenariati con la Fondazione Compagnia di San Paolo (Missione Diventare Comunità e Missione Proteggere l’ambiente) per chiarire dubbi e confrontarsi rispetto alla progettualità che si intende proporre.
Indicativamente entro il mese di dicembre 2025, gli uffici della Fondazione procederanno alla selezione delle manifestazioni di interesse ricevute sulla base dei criteri di qualità, implementazione e impatto.
Le progettualità selezionate accederanno alla Fase 2.
Fase 2 – Percorso di capacity building e accompagnamento alla progettazione, finalizzato alla presentazione delle richieste di contributo
I raggruppamenti selezionati saranno coinvolti in un percorso di capacity building e di accompagnamento alla progettazione, da ritenersi precondizione ai fini della presentazione delle domande di contributo.
Il percorso di capacity building e di accompagnamento alla progettazione verrà realizzato tra gennaio e aprile 2026 e sarà organizzato dalla Fondazione Compagnia di San Paolo, anche con il ricorso a esperti esterni.
Il percorso comprenderà:
- incontri formativi collettivi sui temi chiave del bando;
- laboratori tematici con esperte/i e casi studio;
- accompagnamento individuale ai singoli partenariati per supportare la messa a fuoco del progetto rispetto al contesto locale.
Inoltre, sarà previsto un laboratorio dedicato ad alcuni sistemi territoriali più strutturati, individuati a seguito di un’ulteriore selezione tra i partenariati ammessi alla Fase 2, con l’obiettivo di approfondire e verificare la fattibilità di interventi riconducibili a nascenti politiche locali del cibo. Questo spazio offrirà un’opportunità di confronto qualificato tra esperienze in fase evolutiva, utile a definire ulteriori possibili sperimentazioni che la Fondazione si riserva di poter sostenere.
Il percorso di capacity building e accompagnamento alla progettazione, rivolto al partenariato (ente capofila e partner), ha lo scopo di fornire strumenti e supporto utili alla progettazione di dettaglio. Oltre al capofila, si richiede una rappresentanza significativa del partenariato in relazione all’oggetto di lavoro.
Al termine del percorso, i partenariati presenteranno una proposta progettuale definitiva, articolata in:
- uno scenario di cambiamento, che descriva gli effetti attesi sul sistema locale di contrasto alla povertà alimentare e le principali leve di trasformazione da attivare;
- un piano di lavoro dettagliato con obiettivi, azioni e risultati attesi nei diversi ambiti di intervento;
- un’analisi dei possibili rischi, delle eventuali criticità e strategie di mitigazione e contenimento che si intendono adottare;
- un aggiornamento dei ruoli del partenariato e dei soggetti coinvolti nel raggruppamento, qualora opportuno;
- un piano economico completo.
Le proposte approvate riceveranno un contributo economico della Fondazione per l’implementazione biennale delle azioni.
Sono ammessi al Bando raggruppamenti pubblico-privati attivi in uno specifico territorio delle regioni Piemonte e Liguria che abbia una popolazione complessiva di almeno 10.000 abitanti. Sono esclusi dalla presente i Comuni di Torino e Genova, già oggetto di altre linee di intervento della Fondazione Compagnia di San Paolo.
Per raggruppamento si intende un insieme di soggetti che, in funzione dei loro specifici ruoli, collaborano alla realizzazione di un’iniziativa. Un raggruppamento è composto da:
- l’ente capofila che formalizza la richiesta di contributo alla Fondazione Compagnia di San Paolo e, in caso di assegnazione, cura i rapporti con la medesima;
- i partner, enti che, sulla base di un apporto sostanziale (non necessariamente implicante un contributo economico), partecipano al processo di progettazione e realizzazione del progetto proposto;
- altri “soggetti della rete” che, per modalità o livello di intensità di coinvolgimento, non rientrano nel partenariato formalizzato o non vi possono prendere parte in quanto soggetti non ammissibili ai sensi delle “Linee applicative del Regolamento per le Attività Istituzionali” della Fondazione, ma possono essere parte del progetto e concorrere alla sua realizzazione.
I raggruppamenti potranno essere composti, a titolo esemplificativo, dai seguenti soggetti:
– enti impegnati in azioni di contrasto alla povertà alimentare;
– enti di ricerca e formazione;
– altri enti pubblici, tra cui Aziende Sanitarie Locali, Enti parco;
– realtà produttive o imprese della filiera alimentare;
– enti che promuovono lo sviluppo locale (tra cui Gruppi di Azione Locale);
– soggetti che promuovono forme di governance locale sul cibo (distretti del cibo,
comunità del cibo);
– associazioni di categoria e reti di imprese;
– donatori di beni;
– associazioni o gruppi impegnati in azioni di advocacy;
– enti, associazioni, gruppi anche informali, che, in forza del loro radicamento territoriale, possano garantire la prossimità e la capillarità di risposta.
Il ruolo dei soggetti all’interno del raggruppamento sarà determinato, come precedentemente anticipato, dalle modalità e intensità di coinvolgimento e dalla presenza dei requisiti indicati nelle “Linee applicative del Regolamento per le Attività Istituzionali” presente sul sito web della Compagnia di San Paolo alla sezione “La Fondazione” (https://www.compagniadisanpaolo.it/it/documenti-istituzionali/regolamenti-e-linee-applicative/): capofila e partner dovranno ottemperare ai requisiti contenuti nelle Linee applicative, mentre gli enti che non li soddisfano potranno essere riconosciuti come soggetti della rete. Solo capofila e partner potranno essere beneficiari del contributo della Fondazione.
Si segnala inoltre che i seguenti enti di secondo livello, il Banco Alimentare del Piemonte, il Banco Alimentare della Liguria, il Banco delle Opere di Carità e il Banco Alimentare per la provincia di Alessandria, non potranno essere capofila, ma potranno partecipare al Bando come partner o soggetti della rete, anche su più proposte in ragione dell’ampiezza territoriale coperta dal proprio intervento.
Il partenariato dovrà essere effettivo e valorizzare i ruoli e le competenze di tutti gli enti promotori. Verranno considerate con particolare favore le manifestazioni di interesse che vedano la compresenza di comuni ed enti gestori delle funzioni socio-assistenziali. Inoltre, verrà dato valore a manifestazioni che contemplino la partecipazione di più enti partner a livello locale, con caratteristiche tra loro diverse e complementari.
Questo Bando non definisce le caratteristiche del territorio di interesse dei raggruppamenti in termini di dimensioni geografiche e/o demografiche, ad eccezione del fatto che l’intervento proposto interessi un’area con almeno 10.000 abitanti. Ciascun raggruppamento è invitato ad individuare la propria area territoriale di intervento sulla base di criteri di efficacia e rilevanza. In particolare, si incoraggia una lettura strategica del territorio che consenta di ottimizzare e migliorare le filiere locali di approvvigionamento e distribuzione del cibo, valorizzare le sinergie già in essere, promuovere lo scambio di buone pratiche, nonché favorire la condivisione di strumenti, processi e indirizzi strategici nell’ambito delle politiche locali del cibo e del contrasto alla povertà alimentare. Durante la Fase 2 la Compagnia, su richiesta degli enti titolari delle proposte, si riserva la possibilità di valutare l’allargamento dei soggetti della rete, l’ ampliamento del partenariato e/o accorpamenti delle stesse proposte sulla base di criteri di scalabilità, efficacia e impatto.
Le proposte progettuali dovranno collocarsi nel quadro del contrasto alla povertà alimentare, come delineato nelle sezioni “Elementi di contesto” e “Finalità generali e obiettivi specifici del bando” di questo documento.
Le proposte dovranno operare su ciascuno degli ambiti sotto definiti e descritti. Per ciascun ambito vengono di seguito presentate diverse linee di intervento possibili, tra cui i raggruppamenti potranno individuare quelle a loro più confacenti in base al livello di sviluppo e alla maturità del proprio sistema territoriale. Questa flessibilità permetterà di adattare gli interventi alle specifiche esigenze e risorse di ogni contesto. Sarà inoltre possibile individuare ulteriori linee di intervento maggiormente aderenti al contesto, purché coerenti con l’ambito di riferimento.
- Rafforzamento, innovazione e sostenibilità delle forme di approvvigionamento e distribuzione del cibo nelle reti di contrasto alla povertà alimentare, con un’attenzione alla riduzione del loro impatto ambientale
- Potenziamento delle infrastrutture logistiche e dei nodi territoriali di distribuzione
- Promozione di reti di raccolta e redistribuzione di eccedenze e di forme di acquisto
coordinato - Prevenzione e/o riduzione degli scarti alimentari attraverso modelli organizzativi e
gestionali innovativi - Sviluppo di filiere alimentari sostenibili e locali, attraverso la costruzione di filiere corte, reti
tra produttori, trasformatori e distributori locali, la promozione dell’agricoltura sociale, urbana e periurbana, l’attivazione di relazioni solidali tra produzione e consumo; la valorizzazione di pratiche agroecologiche e rigenerative - Sviluppo di forme, strumenti e spazi per garantire un accesso più ampio ed equo a un’alimentazione sana e a basso impatto ambientale (ad es. che promuova una transizione proteica vegetale), tenendo conto delle esigenze specifiche dei destinatari sia sotto il profilo nutrizionale sia dell’accessibilità fisica, e assicurando che le reti di distribuzione siano in grado di intercettare anche le nuove fasce di povertà.
2. Governance, partecipazione e politiche locali del cibo
- Attivazione o rafforzamento di tavoli di coordinamento territoriale che coinvolgano enti pubblici, istituzioni scolastiche, organizzazioni del terzo settore, cittadinanza attiva, mondo della produzione, ricerca e imprese, anche attraverso azioni facilitazione e formazione.
- Sviluppo di visioni condivise e piani strategici territoriali per il cibo, costruiti attraverso percorsi partecipativi e capaci di orientare l’azione pubblica in modo integrato (ambiti: salute, welfare, ambiente, educazione, produzione, …).
- Realizzazione di studi, analisi e mappature territoriali funzionali alla definizione di politiche locali del cibo.
- Promozione di strumenti permanenti di governance alimentare, come comunità del cibo, consigli del cibo, osservatori locali, che favoriscano la continuità nel tempo e il radicamento istituzionale delle iniziative avviate.
- Costruzione di strategie di comunicazione pubblica e advocacy, per aumentare la consapevolezza e il riconoscimento del cibo come diritto.
- Sviluppo e implementazione di azioni specifiche legate alle politiche locali del cibo.
3. Promozione culturale ed educazione alimentare
- Percorsi educativi e formativi rivolti a target differenziati (es. beneficiari diretti, volontari, popolazione studentesca, famiglie, operatori e operatrici, cittadinanza), capaci di promuovere scelte alimentari consapevoli e contrastare stigma e stereotipi legati alla povertà.
- Attivazione di processi partecipativi e laboratori territoriali su cibo, salute e sostenibilità ambientale, volti a rafforzare la centralità del tema del cibo nelle comunità locali e la loro
capacità trasformativa. - Organizzazione di eventi pubblici, momenti conviviali, campagne di sensibilizzazione che promuovano narrazioni positive e inclusive intorno al cibo.
5. Sostenibilità economica e finanziaria
- Elaborazione di piani di sostenibilità a medio-lungo termine, che assicurino il mantenimento e lo sviluppo delle azioni avviate anche oltre la durata del contributo.
- Individuazione e attivazione di fonti di finanziamento complementari e/o ricomposizione e riallocazione di risorse locali già esistenti, pubbliche e private, incluse forme di cofinanziamento, contributi da fondazioni, donazioni, sponsorizzazioni, investimenti sociali o partnership innovative.
- Coinvolgimento di attori economici territoriali, tra cui imprese, cooperative, reti di economia solidale e distretti del cibo, nella costruzione di filiere sostenibili.
Le richieste di contributo dovranno inoltre prevedere:
– la partecipazione al sistema di monitoraggio e valutazione previsto dall’iniziativa, fornendo i dati la cui definizione sarà condivisa con la Compagnia;
– la collaborazione alla realizzazione di iniziative di comunicazione, definite insieme alla Fondazione, che raccontino l’impatto dei progetti, al fine di favorire la sensibilizzazione sui temi del Bando e la valorizzazione delle attività oggetto del presente Bando.
Le iniziative meritevoli di contributo dovranno prevedere l’inizio delle attività entro luglio 2026 con una durata di 24 mesi.
Le candidature dovranno essere presentate da un partenariato composto da almeno tre enti, di cui un ente pubblico (comune, unioni di comuni o ente gestore delle funzioni socio-assistenziali) del territorio nel quale si realizzerà il progetto e almeno due enti del terzo settore, con competenze ed esperienze nell’ambito oggetto del Bando.
Ogni ente potrà presentare in qualità di capofila un’unica proposta. Sarà tuttavia possibile partecipare in qualità di partner ad un massimo di due proposte.
Fase 1
La partecipazione al percorso di capacity building e al laboratorio di accompagnamento alla progettazione sarà sostenuta dalla Compagnia con un contributo fino ad un massimo di € 5.000 per ciascun raggruppamento.
Fase 2
Per gli Enti che verranno selezionati a conclusione della Fase 2, il contributo assegnato non potrà essere inferiore a € 80.000 per ciascuna proposta che agisce a livello comunale e a € 120.000 per ciascuna proposta che agisce a livello sovracomunale, e sarà definito dal partenariato in ragione delle dimensioni e delle risposte previste dal singolo intervento.
A tal fine, considerando anche le manifestazioni di interesse ricevute, la Fondazione si riserva nella Fase 2 di dare indicazioni ulteriori rispetto all’entità massima del contributo e alle modalità con cui potrà essere richiesto dai raggruppamenti proponenti.
Si precisa che non è richiesto cofinanziamento, ma la sua presenza sarà valorizzata in sede di valutazione.
Con riferimento alle richieste selezionate, il contributo sarà erogato all’ente capofila in tranche successive, di cui l’ultima a saldo al termine delle attività, secondo quanto indicato nella lettera di delibera e nei suoi allegati. Per tramite del capofila, anche gli enti partner potranno essere beneficiari di contributo.
Il budget presentato nella Fase 1 dovrà comprendere i costi diretti relativi alla partecipazione al percorso di capacity building e di accompagnamento alla progettazione. Tali costi potranno comprendere spese del personale degli enti impegnati nel percorso previsto dal Bando e spese di viaggi, per un importo massimo di € 5.000. Nella fase 1 non sono ammissibili al contributo spese per la gestione ordinaria dell’attività dell’ente, per l’acquisizione di ulteriori servizi oltre a quelli indicati e per l’acquisto e/o la manutenzione di beni o infrastrutture.
Le spese di progetto per la Fase 2 includono, a titolo esemplificativo, i costi di personale o collaboratori, affitto di locali, acquisto o affitto di attrezzature, rimborsi spese, acquisto di beni e servizi (inclusi, soltanto in via eccezionale e secondo percentuali massime che verranno definite dalla Compagnia, beni di prima necessità laddove non fossero reperibili nel circuito delle donazioni o del recupero), costi per la predisposizione di piattaforme di servizi, costi di comunicazione e diffusione, attività di coordinamento, costi indiretti.
Non sono considerati ammissibili i costi relativi all’acquisto di beni immobili; eventuali costi per adeguamento di beni immobili non potranno essere superiori al 10% del contributo.
Inoltre, le prestazioni effettuate dal personale strutturato dipendente di un ente pubblico non potranno essere presentate a valere sul contributo deliberato; casi specifici, debitamente motivati, potranno essere sottoposti alla Compagnia per eventuale approvazione.
Fase 1
Per presentare la propria manifestazione di interesse è obbligatorio servirsi della procedura “ROL richiesta on-line”, nella sezione “ROL” del sito della Fondazione Compagnia di San Paolo, compilando il modulo specifico per la presente iniziativa denominata “Verso Politiche locali del cibo – Fase 1” nonché gli allegati di seguito elencati:
– la scheda illustrativa del raggruppamento, del sistema di distribuzione e delle forme di governance (Allegato A Scheda raggruppamento, rete, governance);
– matrice che sintetizza, per ciascun ambito di intervento, gli obiettivi strategici individuati, le azioni previste e il piano economico suddiviso per ambiti di intervento e comprensivo delle quote di cofinanziamento (Allegato B Quadro strategico e piano economico preliminari).
Il termine di presentazione delle proposte della Fase 1 è fissato entro le ore 14:00 del 7 novembre 2025. Entro tale termine sarà necessario chiudere e inviare la richiesta, debitamente firmata, tramite il sistema ROL nel sito della Fondazione Compagnia di San Paolo. Si raccomanda pertanto di concludere la compilazione della domanda in tempo utile alla sua corretta trasmissione digitale entro il termine.
Fase 2
Terminata la fase di capacity building, i raggruppamenti selezionati nella fase 1 saranno invitati a formalizzare la richiesta di contributo presentando una progettazione di dettaglio.
Alla richiesta, da effettuarsi anche in questo caso tramite la piattaforma ROL compilando l’apposito modulo denominato “Verso Politiche locali del cibo- Fase 2”, dovranno essere allegati, pena l’inammissibilità della proposta, i documenti progettuali predisposti secondo i moduli messi a disposizione dalla Fondazione Compagnia di San Paolo al termine della Fase 1.
Laddove ne riscontrasse la necessità, la Fondazione si riserva di richiedere ai raggruppamenti informazioni aggiuntive e integrazioni.
Il termine di presentazione delle proposte della seconda fase è fissato entro le ore 14:00 dell’8 maggio 2026.
Le candidature saranno oggetto di esame sotto il profilo formale e di merito. Saranno ritenute non idonee le proposte che risulteranno incomplete dei documenti e/o delle informazioni richieste.
La Fondazione si riserva la possibilità di richiedere informazioni aggiuntive o chiarimenti relativi ai partenariati proponenti sia in fase di valutazione sia durante lo sviluppo del progetto e a suo completamento.
Fase 1 (Manifestazioni di interesse)
La valutazione delle manifestazioni di interesse sarà svolta in relazione ai seguenti criteri, secondo le percentuali indicate:
1. Qualità (50%)
- Chiarezza e coerenza dell’analisi territoriale: comprensione del contesto locale, dei bisogni legati alla povertà alimentare, delle risorse esistenti e delle potenzialità di sviluppo.
- Pertinenza dell’area territoriale scelta: giustificazione efficace della scelta del territorio in relazione alla possibilità di attivare reti, garantire prossimità degli interventi, sperimentare modelli e incidere in modo sistemico.
- Coerenza della proposta progettuale con le finalità del bando e l’analisi del contesto.
2. Implementazione (30%)
- Composizione, coerenza e affidabilità del partenariato: adeguatezza dei soggetti coinvolti, complementarità di ruoli e competenze, esperienza pregressa.
- Grado di coinvolgimento dell’ente pubblico territoriale, inteso come presenza attiva e qualificata all’interno del partenariato o in rete, in particolare del Comune o dell’Ente gestore delle funzioni socio-assistenziali.
- Presenza di elementi di coordinamento e facilitazione: esistenza di spazi e strumenti per il lavoro congiunto e la governance del progetto, collaborazioni significative.
3. Impatto (20%)
- Stima del numero dei possibili beneficiari finali della proposta progettuale.
- Potenziale evolutivo dell’idea progettuale: capacità di accompagnare la transizione da modelli emergenziali a sistemi territoriali del cibo più strutturati.
- Valorizzazione delle reti territoriali, apertura a stakeholder e soggetti del territorio, anche oltre i confini del partenariato formale.
- Presenza di connessioni con esperienze, politiche o progettualità già attive, nell’ambito del contrasto alla povertà alimentare e di nascenti politiche locali del cibo, che possano favorire una continuità e una capitalizzazione delle azioni.
Fase 2 (Proposte definitive)
Per la valutazione delle richieste di contributo presentate nella Fase 2 saranno presi in considerazione i seguenti criteri, secondo le percentuali indicate:
1. Qualità (30%)
- Completezza e coerenza della proposta progettuale: allineamento tra bisogni, obiettivi, attività, risultati attesi e piano economico.
- Approccio sistemico e integrato: capacità del progetto di collegare le dimensioni sociali, ambientali, culturali e alimentari.
- Orientamento strategico: chiarezza nella definizione della traiettoria di cambiamento e degli assi prioritari di intervento.
- Innovatività dell’intervento: introduzione di elementi nuovi, adattati al contesto locale e/o trasferibili ad altri.
2. Implementazione (50%)
- Robustezza del piano operativo: chiarezza nella descrizione delle azioni, delle tempistiche e dei risultati attesi.
- Efficacia del partenariato, rilevanza del raggruppamento e capacità di governance: solidità nella gestione, coordinamento interno, chiarezza dei ruoli, relazioni con il territorio e le istituzioni.
- Capacità tecnico-organizzativa ed economico-finanziaria: adeguatezza delle risorse umane, economiche e gestionali, congruità del budget. Si precisa che il cofinanziamento non è obbligatorio. Qualora presente, sarà valutato positivamente nella misura in cui rappresenti un apporto effettivo alla realizzazione e/o sviluppo dell’iniziativa e concorra a costruire condizioni di sostenibilità.
3. Impatto (20%)
- Rilevanza rispetto ai bisogni e capacità di generare cambiamento locale: coerenza con le priorità territoriali e con gli obiettivi del bando.
- Attenzione alla sostenibilità economica, istituzionale e ambientale: previsione di forme di continuità, consolidamento e integrazione nelle politiche locali.
- Sistema di monitoraggio e valutazione: presenza di strumenti e processi per la raccolta dati e l’analisi dei risultati.
La selezione avverrà, con modalità comparative, a insindacabile giudizio della Fondazione Compagnia di San Paolo. Gli esiti della Fase 1 verranno comunicati indicativamente entro dicembre 2025, mediante pubblicazione dell’elenco dei progetti selezionati nel sito della Fondazione Compagnia di San Paolo.
Gli esiti della Fase 2 saranno pubblicati sul sito della Fondazione Compagnia di San Paolo entro luglio 2026.
È inteso che le iniziative non citate in tali elenchi debbano ritenersi non accolte. Agli Enti selezionati perverrà una successiva comunicazione con le necessarie indicazioni.
I contributi per gli Enti capofila selezionati nelle Fasi 1 e 2 saranno erogati secondo quanto indicato nella lettera di delibera loro inviata dalla Compagnia e dovranno essere rendicontati secondo quanto indicato nelle “Linee guida per la gestione e la rendicontazione” ad essa allegate attraverso il sistema ROL.
Le proposte selezionate al termine della Fase 1 saranno coinvolte in un percorso di capacity building e accompagnamento alla progettazione; quelle selezionate al termine della Fase 2 saranno accompagnate attraverso azioni di formazione, monitoraggio e valutazione, con l’obiettivo di sostenere la realizzazione degli interventi che beneficeranno del contributo.
Il percorso di accompagnamento alla progettazione e capacity building della Fase 2 prevede il coinvolgimento di un soggetto esperto esterno (società/persona fisica con partita IVA) o di un gruppo di soggetti, che verrà selezionato dalla Fondazione tramite una “Procedura selettiva aperta”, pubblicata contestualmente a questo Bando, al seguente link https://www.compagniadisanpaolo.it/wp-content/uploads/Procedura_selettiva-aperta_verso-politiche-locali-del-cibo-.pdf.
Si precisa che tutte le attività connesse al Bando, analogamente al sostegno finanziario, costituiscono componenti integranti del supporto della Fondazione; i promotori delle proposte selezionate dovranno assicurare impegno e costanza nel seguire tali attività e nel concorrere alla loro realizzazione.
Informazioni e chiarimenti potranno essere richiesti all’indirizzo e-mail missionecomunità@compagniadisanpaolo.it.
Domande di natura tecnica sulla compilazione della ROL potranno essere poste all’indirizzo e-mail assistenzarol@compagniadisanpaolo.it.