Elementi di contesto
La pandemia e il benessere delle giovani generazioni – Il Covid19, con le conseguenti misure di contenimento e il loro impatto sulle condizioni di vita, ha acceso i riflettori sulla salute mentale e il benessere delle persone adolescenti e giovani. I dati riferiti al periodo precedente la pandemia già delineavano una fotografia preoccupante delle condizioni di questa popolazione: secondo le stime riportate dal Tavolo sulla salute mentale istituito presso il Ministero della Salute, avevano un disturbo neuropsichiatrico 200 bambini/e e ragazze/i su 1000; di questi, meno di un terzo accedeva a un servizio territoriale di neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza e, tra chi accedeva, solo la metà riusciva ad avere risposte terapeutiche e riabilitative appropriate, con estrema variabilità regionale. Secondo un rapporto Unicef (2021), già prima della pandemia, in Europa più del 16% di ragazzi e ragazze tra i 10 e i 19 anni conviveva con un disturbo mentale; in Italia si stimava che un totale di circa 956.000 ragazzi e ragazze fra i 10 e i 19 anni soffrisse di problemi legati alla salute mentale.
Su questa situazione si sono innestate la pandemia e le sue conseguenze, rendendo ulteriormente visibili o esacerbando fenomeni di malessere e disagio; alla crescente pressione esercitata sui servizi dall’aumento delle richieste di aiuto, si accompagna la preoccupazione rispetto a coloro che non chiedono aiuto o sono ostacolati da barriere all’accesso ai servizi di salute mentale. I primi dati disponibili sull’impatto della pandemia sulla salute mentale sembrano confermare che bambine/i e giovani abbiano risentito e possano risentire di tale impatto sul proprio benessere per molti anni a venire. Ad esempio, il Centro di ascolto e consulenza del servizio Telefono Azzurro ha riportato, nel 2020, un aumento del 46% di richieste di supporto psicologico per paure e tematiche depressive, condotte autolesive, ideazioni e tentativi di suicidio rispetto all’anno precedente, mentre l’Osservatorio epidemiologico del Ministero della salute ha segnalato un aumento del 30% dei disturbi del comportamento alimentare durante i mesi del lockdown. Come evidenziato dal rapporto BES Benessere Equo e Sostenibile 2021 dell’ISTAT, “due anni di pandemia hanno messo a dura prova il benessere psicologico della popolazione. In particolare, nel 2021 si osserva un peggioramento nelle condizioni di benessere mentale specialmente tra i ragazzi di 14-19 anni”. L’allarme è confermato da uno studio internazionale pubblicato a febbraio 2022, in base al quale la pandemia ha avuto un effetto sostanziale sulla salute mentale di bambini e adolescenti, e dalla SINPIA (Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza), che a fine 2021 ha registrato come durante i primi 9 mesi del 2021 il numero di ricoveri di bambini e adolescenti per disturbi psichiatrici avesse superato il totale del 2019.
“Non c’è salute senza salute mentale” – L’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce la salute mentale un diritto umano fondamentale e parte integrante della salute e del benessere di ciascuno: la salute mentale corrisponde infatti a quello stato di benessere che consente di realizzarsi a partire dalle proprie capacità, affrontare la vita di ogni giorno, lavorare in maniera produttiva e contribuire alla propria comunità. Poiché l’esordio del primo disturbo mentale emerge in un terzo degli individui che ne soffrono prima dei 14 anni, in quasi metà entro 18 anni e in quasi due terzi prima dei 25 anni, cruciale rilevanza rivestono l’intercettazione precoce del disagio e l’intervento tempestivo nei confronti di persone adolescenti e giovani. Sempre secondo l’OMS, i bambini e gli adolescenti con disturbo mentale dovrebbero ricevere interventi precoci – attraverso terapie psicosociali efficaci e altri interventi non farmacologici territoriali – evitando la medicalizzazione del disturbo e la sua istituzionalizzazione.”
La promozione e la protezione della salute mentale e del benessere costituiscono priorità di salute pubblica, come tali incluse anche nella cornice degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile fissati dalle Nazioni Unite nell’Agenda 2030, in particolare all’Obiettivo 3.4. “Ridurre la mortalità prematura da malattie non trasmissibili attraverso la prevenzione e la cura e promuovere la salute mentale e il benessere”. L’attenzione viene posta non solo sulla risposta ai bisogni assistenziali di persone e famiglie che già stiano affrontando problemi di salute mentale, ma anche ai determinanti sociali ed economici della salute mentale. Come evidenziato dal Piano d’azione globale per la salute mentale 2013-2030, essa , al pari di altre componenti della salute, è condizionata da una gamma di fattori socioeconomici che devono essere affrontati attraverso strategie multidimensionali che includono promozione, prevenzione, trattamento e recovery nella cornice di un approccio articolato. Sempre il Piano d’azione globale per la salute mentale, adottato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità nel 2013 e aggiornato nel 2021, ha introdotto alcuni importanti elementi di novità nel dibattito globale sulla salute mentale, come, ad esempio, l’importanza attribuita a servizi, interventi e supporti che hanno base nella comunità, l’introduzione della nozione di recovery, nonché la rilevanza delle azioni di empowerment della società civile e delle persone “esperte per esperienza”, affinché sia garantita la loro partecipazione attiva nei processi decisionali. Lo stesso Piano d’azione globale per la salute mentale evidenzia l’importanza di sostenere la creazione e il rafforzamento di associazioni e organizzazioni di persone con disagio mentale, familiari e caregiver, nonché l’agevolazione del dialogo tra queste, gli operatori e le autorità governative preposte alla sanità, ai diritti umani, alla disabilità, all’istruzione, al lavoro, alla giustizia e alle politiche sociali. La reale partecipazione e l’effettivo protagonismo delle persone con esperienza di disagio mentale, delle loro famiglie e dei soggetti attivi nelle comunità locali sono centrali al fine di costruire congiuntamente e in forma integrata la risposta ai diversi bisogni, orientando gli interventi secondo il principio della sussidiarietà e finalizzandoli alla costruzione di un welfare di comunità e di prossimità.
La Fondazione Compagnia di San Paolo, coerentemente con il quadro di contesto delineato, individua quali linee della propria azione nell’ambito della salute mentale:
- la promozione della salute mentale e la sensibilizzazione delle persone e delle istituzioni sulla sua importanza per il benessere e la salute dell’individuo e delle comunità;
- il focus sulla comunità e quindi sull’importanza delle reti di supporto e dei percorsi di autonomia e inclusione, in coerenza con l’approccio recovery;
- la prevenzione e la promozione del benessere e della salute mentale dei giovani, con specifica attenzione alle diseguaglianze nell’accesso a servizi e opportunità, con l’obiettivo di individuare e superare le situazioni di marginalità, esclusione, isolamento, solitudine e disagio tra la popolazione giovanile.
Con il presente bando, la Fondazione intende sollecitare proposte che interessino il territorio del Piemonte. Sulla base degli esiti degli interventi che verranno sostenuti, la Compagnia di San Paolo potrà decidere, in futuro, di lanciare una iniziativa similare al fine di sostenere interventi da realizzare in Liguria.
Finalità generali e obiettivi specifici del bando
Il Bando si inserisce nelle Linee programmatiche 2023 della Fondazione Compagnia di San Paolo, nelle quali si ribadisce l’impegno nella promozione della salute mentale e nell’azione di sensibilizzazione sulla sua importanza per il benessere e la salute dell’individuo e delle comunità. Inoltre, il bando è tra le iniziative con le quali la Compagnia intende contribuire a consolidare il ruolo e l’efficacia di comunità, reti e sistemi di collaborazione territoriale e di prossimità, quali dispositivi che affrontano emergenze e forme di esclusione, diseguaglianza e povertà e, altresì, quali strumenti di attivazione e coesione sociale, nonché di contrasto alla segregazione socio-spaziale. Il Bando fa riferimento agli SDGs che orientano prevalentemente l’azione delle Missioni Diventare Comunità e Promuovere il Benessere della Compagnia.
La salute mentale di comunità è al centro del dispositivo di questo Bando, che intende contribuire al miglioramento della qualità della vita delle persone adolescenti e giovani con esperienza di disagio mentale o a rischio di sperimentare disagio mentale, dei loro familiari e caregiver, nonché al contrasto allo stigma associato al disagio mentale.
In particolare, il Bando si pone i seguenti obiettivi specifici:
- Migliorare la qualità di vita di persone adolescenti e giovani con esperienza di disagio mentale o a rischio di sperimentare disagio mentale;
- Sostenere sistemi territoriali – che vedano il coinvolgimento di soggetti pubblici, terzo settore e società civile – nell’elaborazione e implementazione di risposte alle problematiche di salute mentale della popolazione giovane e nella realizzazione di pratiche inclusive che presuppongano la co-progettazione del progetto di vita con la persona interessata e la sua famiglia;
- Promuovere lo sviluppo e la diffusione – tra istituzioni, operatori, cittadini – di una nuova cultura sulla salute mentale, che sconfigga lo stigma associato al disagio mentale e incentivi un approccio comunitario al tema, anche attraverso la valorizzazione del ruolo delle associazioni di utenti dei servizi di salute mentale e loro familiari e della società civile nella costruzione di un nuovo paradigma;
- Promuovere un approccio preventivo, con particolare attenzione ai fenomeni di disagio che maggiormente interessano la popolazione giovane, anche attraverso il rafforzamento della capacità di intercettazione precoce e tempestiva del disagio.
Destinatari finali dei progetti sostenuti attraverso il presente bando saranno:
- persone adolescenti e giovani con esperienza di disagio mentale o a rischio di sperimentare disagio mentale, con priorità per persone nella fascia di età 12-25, in particolare se a rischio di esclusione o di istituzionalizzazione; loro familiari e caregiver;
- cittadine, cittadini e comunità locali del territorio individuato per la realizzazione dell’intervento proposto.
Come da Statuto e da Regolamento vigenti della Compagnia di San Paolo, non potranno ricevere contributi le persone fisiche, gli enti con finalità di lucro e le imprese (ad eccezione delle imprese e cooperative sociali come disciplinate dalla normativa tempo per tempo vigente, oltreché delle cooperative operanti nel settore dello spettacolo, dell’informazione e del tempo libero). Per un approfondimento sui requisiti soggettivi e oggettivi indispensabili per la presentazione della richiesta di contributo si rimanda a quanto previsto nello Statuto, nel Regolamento per le Attività Istituzionali e nelle Linee applicative del Regolamento per le Attività Istituzionali della Compagnia di San Paolo.
Il Bando si rivolge a partenariati.
Le attività oggetto della richiesta dovranno essere realizzate in Piemonte e avere una durata di 24 mesi. Le
attività dovranno essere avviate entro il 30 settembre 2023 e concludersi entro il 30 settembre 2025.
La richiesta dovrà essere relativa a un territorio specifico, individuato sulla base dell’esperienza, delle reti e della competenza territoriale proprie degli enti riuniti nel partenariato proponente. Ciò non esclude, tuttavia, che possa ricoprire il ruolo di partner anche un ente la cui esperienza e competenza siano relative a un territorio altro rispetto a quello interessato dall’intervento proposto, qualora tale ente apporti una specifica e documentata expertise utile alla realizzazione dell’iniziativa proposta.
Per territorio si intende l’area territoriale di un Distretto Sanitario in cui opera un Centro di Salute Mentale (o più Centri di Salute Mentale comunque afferenti al medesimo distretto).
I progetti dovranno essere riconducibili soltanto a uno dei seguenti ambiti:
- Co-progettazione e realizzazione di progetti personalizzati
Prevenzione e promozione della salute mentale.
1. Co-progettazione e realizzazione di progetti personalizzati.
Si tratta di iniziative volte alla realizzazione di progetti personalizzati, per persone adolescenti e giovani con esperienza di disagio mentale e seguite dai servizi di salute mentale/neuropsichiatria infantile, e finalizzati all’inclusione della persona all’interno della propria comunità, grazie in particolare all’accesso a opportunità sociali e di vita. Tali percorsi personalizzati si configurano come occasione per costruire alleanze tra diversi attori del territorio e sperimentare nuove modalità di lavoro, coniugando competenze e sguardi dei diversi ambiti professionali (e non), volti all’autodeterminazione della persona e alla sua inclusione nella comunità territoriale di riferimento.
Il carattere innovativo richiesto alle proposte riconducibili all’ambito 1 corrisponde alla capacità di costruire collaborazioni che, valorizzando il ruolo dei diversi soggetti del territorio, supportino la persona nella realizzazione del suo progetto di vita, puntando a offrire opportunità volte all’inclusione sociale della persona giovane. Il partenariato è inteso promuovere la massima collaborazione fra i diversi attori locali, integrare e valorizzare le rispettive capacità e risorse, in una cornice di prossimità e puntando alla diversificazione degli interventi e a maggiore dinamicità delle risorse.
Per “progetto personalizzato” si intende una progettazione emancipativa, inclusiva, educativa e riabilitativa che:
- si traduce in interventi e supporti intorno a tre assi – l’abitare, l’inclusione sociale, la formazione/lavoro – realizzati da un’equipe di operatori e integrati attraverso il coordinamento di un case manager e
- si realizza sul territorio e nei contesti di vita della persona, promuovendone la domiciliarità e
- integra risorse individuali, familiari, sociali e sanitarie al fine di raggiungere il miglior grado di benessere possibile per la persona in una certa fase della vita, nel quadro dell’approccio recovery, e
- è co-progettato e co-gestito da enti pubblici e privato sociale, con il coinvolgimento diretto della persona beneficiaria e
- può essere coadiuvato da “esperti per esperienza” formati ad hoc per svolgere una funzione di sostegno ed
- è flessibile rispetto alle mutevoli condizioni della persona e del contesto in cui è realizzato e
- prevede un investimento di risorse atte a produrre a loro volta cambiamento sociale, in particolare
attraverso l’inclusione della persona all’interno della sua comunità.
I progetti personalizzati sono da intendersi destinati a persone seguite dai servizi di salute mentale/neuropsichiatria infantile competenti per territorio. Pertanto, per le proposte riconducibili all’ambito 1 del Bando, viene considerata positivamente la presenza, all’interno del partenariato, dell’Asl competente. Nel caso in cui l’Asl non sia partner, è richiesta la presentazione di una dichiarazione, a firma del Direttore del Dipartimento di Salute Mentale/servizio di neuropsichiatria infantile competente per territorio, nella quale si confermi che il Dipartimento è a conoscenza della proposta progettuale e che la stessa è in linea con i programmi e gli obiettivi del Dipartimento.
2. Prevenzione e promozione della salute mentale per le persone adolescenti e giovani.
Le azioni proposte dovranno facilitare l’intervento preventivo, la presa in carico precoce e il contrasto allo stigma associato al disagio. Attraverso la costruzione e il rafforzamento di reti territoriali di collaborazione tra diversi attori del territorio (servizi di salute mentale adulti e neuropsichiatria infantile, servizi sociali, scuole e servizi educativi, attori della società civile, ETS, etc.) vengono organizzati sistemi di attività integrate di
- analisi del contesto,
- intercettazione delle situazioni di disagio,
- implementazione di iniziative innovative,
grazie alla collaborazione tra figure professionali ed enti differenti, con focus specifici sulla costruzione di risposte alle forme di disagio che maggiormente interessano la popolazione giovane, tra cui disturbi del comportamento alimentare, dipendenze, ritiro sociale, ansia, autolesionismo, comportamenti anticonservativi.
Il carattere innovativo richiesto alle proposte riconducibili all’ambito 2 corrisponde, in primis, alla capacità di costruire e proporre un sistema articolato di risorse che agiscano in un’ottica di filiera e reciproco raccordo, connettendo e coordinando diversi livelli di intensità di intervento, a partire dall’individuazione e dall’aggancio di situazioni a rischio, per arrivare all’accesso ai servizi e alle risorse esistenti sul territorio e alla costruzione di risposte specifiche. Tale sistema di iniziative e supporti può includere, a titolo di esempio:
- sensibilizzazione e formazione delle figure della comunità educante (genitori e famiglie, insegnanti, istruttori sportivi, etc.) su tematiche centrali per il benessere e la salute mentale delle persone adolescenti e giovani;
- potenziamento di attività di educativa territoriale mirate all’intercettazione e alla prevenzione del disagio;
- attivazione e potenziamento di servizi di bassa soglia, atti a intercettare il disagio e in grado di attivare risposte di supporto individuale dove necessario, in particolare in una cornice di valorizzazione di luoghi e spazi della comunità non connotati come sedi di servizi;
- iniziative educative volte all’elaborazione collettiva dei vissuti e costruzione di spazi di confronto tra pari.
Le proposte riconducibili all’ambito 2. dovranno dimostrarsi innovative, inoltre, con riferimento a:
- protagonismo delle persone adolescenti e giovani a partire dalle fasi di analisi del contesto, identificazione delle priorità e progettazione degli interventi;
- metodologie e modalità proposte per combattere lo stigma e garantire corretta informazione;
- sviluppo di strategie di empowerment e coinvolgimento di “persone esperte per esperienza” in attività di informazione, prevenzione e promozione della salute; attivazione dei destinatari e degli “esperti per esperienza” nei contesti della propria comunità, in un’ottica inclusiva e di generazione di cambiamento sociale.
Elemento qualificante delle proposte riconducibili all’ambito 2 saranno le azioni di coordinamento e governance delle risorse, dei servizi e delle competenze esistenti e da implementare; non saranno considerate coerenti le proposte esclusivamente dedicate all’attivazione o al rafforzamento di un solo servizio (ad esempio, sportelli di ascolto, supporto psicologico o counselling, educativa territoriale, promozione della socialità, etc.). Il presente Bando punta infatti a offrire opportunità, a enti e operatori, di elaborare letture condivise dei fenomeni, con l’obiettivo di costruire risposte articolate e condivise che valorizzino competenze ed energie complementari, diffondendo la capacità di individuazione degli episodi predittivi di disagio/disturbi, definendo modalità di invio e presa in carico concordate e sistematiche, attraverso un approccio che riconosca il malessere della popolazione giovane, evitando la medicalizzazione e patologizzazione di ogni forma di disagio ma al contempo offrendo i supporti necessari, in un’ottica di filiera e di raccordo tra i diversi soggetti istituzionali e del terzo settore che sono in contatto, direttamente o indirettamente, con possibili situazioni di disagio.
Le proposte progettuali – sia quelle riconducibili all’ambito 1 sia quelle riconducibili all’ambito 2 – dovranno dimostrare di essere complementari e in sinergia con gli interventi e i servizi già esistenti, nonché con eventuali nuove significative iniziative in corso di progettazione, promossi dal sistema pubblico e dal privato sociale del territorio di riferimento.
In aggiunta alle attività sopra descritte, la Compagnia si riserva la possibilità di sostenere altre azioni intraprese dagli enti dei partenariati assegnatari di contributo volte a mitigare possibili futuri effetti negativi dovuti all’incremento dei costi dell’energia e/o delle materie prime e/o dell’impatto inflazionistico, o ancora ad azioni volte a introdurre misure di mitigazione del proprio impatto ambientale o a promuovere misure di rafforzamento organizzativo, in modo autonomo o con l’ausilio di consulenti esterni.
Il Bando si rivolge a partenariati territoriali (cioè operanti su uno specifico territorio) attivi in Piemonte che vedano la collaborazione tra enti pubblici e terzo settore.
I partenariati devono obbligatoriamente comprendere almeno un soggetto pubblico e due soggetti privati non profit. È considerata requisito di ammissibilità la presenza all’interno del partenariato dell’Azienda Sanitaria Locale e/o Ente gestore delle funzioni socioassistenziali e/o Comune competente per il territorio di riferimento dell’iniziativa.
I partenariati proponenti devono essere composti da enti aventi una comprovata esperienza nella realizzazione di iniziative nell’ambito della salute mentale in Piemonte, in particolare nello sviluppo e nell’implementazione di iniziative volte all’inclusione e all’emancipazione di persone con esperienza di disagio mentale. I partenariati proponenti dovranno combinare competenze socio-sanitarie, educative e di inclusione sociale.
Sarà considerata positivamente l’eventuale presenza all’interno del partenariato di:
- un’associazione di utenti dei servizi della salute mentale e/o di loro familiari
- soggetti del terzo settore la cui mission non sia strettamente dedicata alla salute mentale ma che abbiano esperienza nell’ambito dell’inclusione sociale e della tutela dei diritti.
Ogni ente potrà essere presente, come capofila o come partner, in un solo partenariato proponente. Fanno eccezione gli enti pubblici, i quali potranno presentare una sola richiesta in qualità di capofila ma potranno essere inclusi, in qualità di partner, in più di un partenariato proponente.
Per progetto in partenariato si intende un intervento realizzato congiuntamente da un soggetto capofila (che formalizzerà la richiesta di contributo alla Fondazione Compagnia di San Paolo e, in caso di assegnazione del contributo, curerà i rapporti con la Fondazione e la rendicontazione) e da uno o più soggetti partner. L’ente partner offre un apporto sostanziale (non necessariamente in termini economici) al processo di progettazione e realizzazione dell’iniziativa proposta; in ragione di tale apporto un ente partner è distinto da altri eventuali soggetti che possano comporre la rete attivata dall’iniziativa.
Nella richiesta dovrà essere specificato come il partenariato intenda operare valorizzando i ruoli e le competenze di tutti gli enti che ne fanno parte. Si richiede che i rapporti tra capofila e partner di progetto vengano già definiti – in termini di ruoli, apporto e responsabilità economici, e utilizzo delle risorse – al momento della presentazione della richiesta. Al momento della formalizzazione della richiesta di contributo, si richiede la presentazione dell’Allegato 1. a “Partenariato” messo a disposizione nell’ambito del presente Bando; tale allegato riassume gli accordi di collaborazione funzionale presi ex-ante dagli enti partner del progetto e dovrà essere sottoscritto dai Legali Rappresentanti dell’ente capofila e di ciascun partner della proposta.
L’ente capofila e i partner dovranno avere i requisiti di ammissibilità indispensabili per la presentazione delle richieste alla luce del testo del Bando, dello Statuto e dei Regolamenti della Compagnia, come più sopra specificato. Solamente gli enti membri del partenariato potranno essere destinatari di contributo, il quale, in caso di delibera positiva da parte della Fondazione, verrà da questa erogato interamente all’Ente capofila. Quest’ultimo provvederà poi a ripartirlo secondo il piano indicato nella richiesta.
La richiesta di contributo non potrà essere inferiore a € 50.000 né superiore a € 200.000.
La richiesta di contributo non potrà essere superiore all’80% dei costi totali dell’iniziativa. Alla copertura del restante 20% dei costi del progetto potranno concorrere autofinanziamenti, contributi pubblici e/o privati, donazione di beni e prestazioni professionali pro bono a beneficio del capofila o degli enti partner. Non potrà essere considerata quale apporto economico l’attività di volontariato non riconducibile a una prestazione professionale pro bono, ma essa potrà essere esplicitata nella descrizione delle attività e costituirà elemento premiante nella valutazione del progetto. Il cofinanziamento dei costi del progetto da parte degli enti promotori può essere effettuato anche attraverso la messa a disposizione di proprio personale utile ai fini dell’iniziativa. In merito alle modalità di valutazione dell’ammissibilità del co- finanziamento proposto da enti pubblici, si precisa che le prestazioni rientranti nell’impegno ordinario di personale strutturato dipendente di un ente pubblico potranno essere portate a co-finanziamento nella misura in cui siano riferite esclusivamente al progetto proposto e con chiara indicazione (al momento della rendicontazione) della quota ad esso relativo.
Il costo del progetto e la relativa richiesta di contributo dovranno essere commisurati con la popolazione di riferimento del territorio, le caratteristiche e il numero dei destinatari identificati e l’intensità delle azioni progettuali presentate a fronte dell’analisi del contesto e dei bisogni.
Le spese (costi) ammissibili includono:
- spese per personale o collaboratori strettamente impiegati nella realizzazione del progetto proposto,
- rimborsi spese a volontari impegnati nel progetto proposto,
- acquisto di servizi strettamente impiegati nella realizzazione del progetto proposto,
- acquisto di beni mobili (es. attrezzature, materiale tecnologico, supporti informatici) funzionali al progetto,
- attività di monitoraggio (il cui contenuto dovrà essere concordato con la Fondazione Compagnia di San Paolo a seguito dell’eventuale approvazione della richiesta),
- attività di coordinamento,
- spese generali – overhead (non superiori al 7% del budget totale dell’iniziativa),
- costi di comunicazione e diffusione,
- costi utili alla costruzione e realizzazione dei progetti personalizzati così come descritti nell’ambito 1,
- altri costi debitamente motivati.
Non sono considerati ammissibili i costi relativi a:
- attività istituzionale ordinaria degli enti proponenti e spese relative ad attività già altrimenti finanziate;
- acquisto, ristrutturazione e manutenzione straordinaria di beni immobili;
- attività di valutazione degli interventi non previamente concordate con la Fondazione Compagnia di
San Paolo, in coerenza con l’impianto di monitoraggio previsto dalla Fondazione per le iniziative sostenute.
Si precisa che, in occasione dell’eventuale delibera del contributo, con l’obiettivo di facilitare il raggiungimento delle finalità e degli obiettivi del Bando e nel rispetto dei principi dello stesso, la Fondazione si riserva di fornire orientamenti e indicazioni utili all’eventuale rimodulazione del piano economico complessivo e del piano di lavoro progettuale.
La richiesta di contributo deve essere presentata seguendo la procedura online indicata nella sezione “Contributi” del sito www.compagniadisanpaolo.it, compilando l’anagrafica ente e la scheda iniziativa specifica per il Bando “Salute, effetto comune”. La scadenza per la presentazione delle richieste è fissata alle ore 12:00 del 2 maggio 2023, termine entro il quale la pratica ROL deve risultare chiusa e inoltrata online. Alla richiesta dovranno essere allegati, pena inammissibilità della proposta, i documenti progettuali predisposti secondo i modelli che costituiscono gli allegati del presente Bando. La Fondazione si riserva di richiedere informazioni aggiuntive ai fini dell’istruttoria del progetto.
Allegati predisposti secondo i modelli messi a disposizione e scaricabili dalla sezione “Documenti” della ROL:
A1.a Partenariato;
A1.b Scheda capofila;
A1.c. Scheda ente partner (una per ciascun partner);
A2. Piano di lavoro e Piano economico;
A3. Documento di progetto;
A4. Composizione dell’equipe di progetto e CV del Project Manager.
Solo nel caso di proposte collegate e/o presentate da enti proponenti già sostenuti dalla precedente edizione del Bando “Salute, effetto comune”, è inoltre necessario allegare la relazione finale dell’iniziativa realizzata, secondo il format fornito dalla Fondazione.
Ore 12:00 del 2 maggio 2023.
I seguenti principali criteri saranno utilizzati per la valutazione delle proposte progettuali presentate:
Qualità
- Chiarezza della proposta progettuale.
- Caratteristiche dell’intervento proposto, in termini di metodologie, approcci e identificazione qualitativa e quantitativa del target cui si rivolge l’iniziativa.
- Allineamento della proposta con le finalità generali, gli obiettivi e i principi del Bando.
- Coerenza delle azioni proposte con gli obiettivi progettuali prefissati.
- Solidità del quadro progettuale e di fattibilità dell’iniziativa.
Impatto
- Affidabilità dei risultati attesi e loro coerenza con le azioni e gli obiettivi del progetto.
- Portata innovativa della proposta, con specifico riferimento agli elementi di innovatività esplicitati dal Bando per ciascun ambito di riferimento. Nel caso di proposte collegate a progetti sostenuti dalla precedente edizione del Bando “Salute, effetto comune” (contributi deliberati in data 22/02/2021), l’innovatività fa riferimento all’evoluzione della proposta rispetto a quanto già realizzato nella precedente edizione del Bando, anche con riferimento alla capacità della proposta di sistematizzare le alleanze e le innovazioni sperimentate, in coerenza con gli specifici requisiti di ammissibilità e con gli elementi
qualificanti propri della presente edizione del Bando. - Rilevanza dell’iniziativa rispetto alla capacità di rispondere ai bisogni espressi dai destinatari e dal territorio di riferimento, a fronte della dimostrazione da parte del singolo partenariato di una approfondita conoscenza del contesto nel quale si propone di intervenire.
- Contributo dell’iniziativa al dibattito culturale relativo al disagio mentale, in particolare delle persone giovani, al fine di ridurre e contrastare lo stigma associato al disagio mentale.
Implementazione
- Chiarezza, coerenza e appropriatezza della dimensione e della struttura del budget rispetto alle azioni proposte, all’intensità e alle dimensioni dell’intervento.
- Congruità dei costi preventivati nel piano economico (ovvero, costi in linea con valori di mercato e tariffe standard o contrattuali).
- Qualità del partenariato e del team di progetto in termini di: adeguatezza e complementarità delle competenze (sociali, sanitarie, educative, etc.) e dell’esperienza degli enti coinvolti nel partenariato, radicamento territoriale del partenariato proponente e capacità di presidio territoriale. Nel caso di proposte collegate e/o presentate da enti proponenti già sostenuti nella cornice della precedente edizione del Bando “Salute, effetto comune”, la qualità del partenariato fa riferimento anche a: livello di compliance dimostrato nel percorso di accompagnamento attivato dal Bando 2020-22 (partecipazione attiva e completezza dei materiali di monitoraggio richiesti); livello di raggiungimento dei risultati attesi;
flessibilità e capacità di rimodulazione a fronte delle criticità sperimentate e degli ostacoli non previsti. - Innovatività nella composizione del partenariato e nelle modalità di collaborazione tra pubblico e privato, anche in riferimento alla gestione delle risorse previste dal progetto.
- Coinvolgimento della comunità del territorio di riferimento nella costruzione di percorsi inclusivi e
partecipati e nella promozione della salute mentale quale questione di interesse collettivo per il benessere della comunità stessa; in particolare, capacità dell’iniziativa di coinvolgere attivamente le/i giovani in azioni previste nell’intervento (nella definizione delle attività da svolgere, in qualità di pari, ecc.) e in attività di diffusione e promozione del dibattito culturale sul tema del disagio mentale; capacità di valorizzare le figure delle persone esperte per esperienza (in una cornice di tutela delle stesse, anche attraverso specifiche attività di formazione, supervisione e adeguato riconoscimento economico).
Le candidature saranno selezionate da una Commissione costituita e nominata dalla Fondazione.
Entro il mese di luglio 2023, sul sito della Compagnia di San Paolo verrà reso pubblico l’elenco degli enti capofila e delle relative iniziative ammesse al contributo. L’assenza di citazione è da intendersi come comunicazione informativa di esito negativo da parte della Compagnia.
In seguito, ciascun ente capofila dei partenariati proponenti i progetti selezionati riceverà, attraverso il sistema Rol, una comunicazione riportante l’entità del contributo deliberato e le istruzioni necessarie per l’ottenimento dei fondi, comprese le modalità di rendicontazione del contributo (“lettera di delibera”).
Le candidature saranno selezionate da una Commissione costituita e nominata dalla Fondazione.
Entro il mese di luglio 2023, sul sito della Compagnia di San Paolo verrà reso pubblico l’elenco degli enti capofila e delle relative iniziative ammesse al contributo. L’assenza di citazione è da intendersi come comunicazione informativa di esito negativo da parte della Compagnia.
In seguito, ciascun ente capofila dei partenariati proponenti i progetti selezionati riceverà, attraverso il sistema Rol, una comunicazione riportante l’entità del contributo deliberato e le istruzioni necessarie per l’ottenimento dei fondi, comprese le modalità di rendicontazione del contributo (“lettera di delibera”).
Ai partenariati proponenti le iniziative selezionate sarà richiesto di partecipare a un percorso di accompagnamento e condivisione, durante l’intero sviluppo dei progetti approvati. Tali attività sono da considerarsi quale ulteriore strumento di sostegno da parte della Fondazione, in aggiunta al contributo economico: i promotori delle proposte selezionate dovranno pertanto assicurare massimo impegno e costanza nella partecipazione al percorso proposto.
A seguito della pubblicazione degli esiti, avrà luogo una prima fase di capacity building (settembre 2023 – novembre 2023) volta alla definizione della progettazione operativa e delle modalità di monitoraggio, da considerarsi propedeutica all’avvio delle attività progettuali. Tale fase propedeutica e la partecipazione alle successive attività proposte nel percorso di accompagnamento comporteranno un impegno stimato, per ciascun partenariato proponente, di massimo 200 ore uomo nell’arco del biennio di implementazione complessiva del progetto16. Tale impegno può essere inserito nel piano economico e potrà essere rendicontato come costo a valere sul contributo della Compagnia fino alla concorrenza di € 7.000 per ciascun partenariato proponente.
Le richieste di informazioni e chiarimento rispetto al Bando dovranno essere indirizzate a salute.comune@compagniadisanpaolo.it.
Per domande tecniche sul percorso di compilazione on-line è possibile rivolgersi all’indirizzo email assistenzarol@compagniadisanpaolo.it.
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