Il progetto opera una sorta di agopuntura nel corpo della città capace di riattivarne le potenzialità.

Una nuova alleanza tra urbanità e natura, un ambiente vitale aperto alla città

Se il secolo scorso è stato quello dell’espansione urbana, oggi la rigenerazione e il riuso di edifici esistenti sono l’elemento cardine della lotta al cambiamento climatico in un ambiente poroso e inclusivo. Il progetto di rigenerazione della Cavallerizza reinterpreta le architetture esistenti, coniugando l’esperienza urbana con l’impegno collettivo nei confronti della natura.
Esso diventerà un nuovo luogo capace di far dialogare pubblici diversi, creando spazi animati da nuove attività lavorative, culturali e ricreative: una visione articolata in una serie di interventi puntuali, un’agopuntura nel corpo della città che amplifica il carattere di ogni sua parte.

Progetto classificato al primo posto, nella classifica del concorso “Città nella città”, indetto per la riqualificazione della Cavallerizza Reale di Torino.

Lo spazio pubblico accoglie la vita quotidiana

Il ridisegno dello spazio pubblico è attivato da pochi e semplici gesti che ne conservano il carattere originario. Panche in pietra, elementi illuminanti ed essenze arboree creano diverse occasioni di fruizione al variare delle stagioni e degli eventi ospitati. Nuove tettoie semicircolari in bronzo ossidato identificano gli ingressi alle varie parti del complesso: il cortile dell’Università a sud, la Cavallerizza Alfieriana, l’Aula Magna esistente, le Pagliere riformate.
Tra l’Ala del Mosca e le Pagliere viene creata una nuova piazzetta che diventa il vestibolo di ingresso dei Giardini, creando una transizione tra lo spazio ‘concavo’ tra gli edifici e i percorsi verdi tra gli alberi.

Un’architettura contemporanea che interpreta il passato

Le porzioni di architettura nuova inserite nella Cavallerizza non tentano di mimare le forme storiche di quelli esistenti, ma non cadono neanche in una facile ‘poetica della dissonanza’ che esibisce la propria discontinuità rispetto a queste ultime.
Esse sono in continuità ideale con un ‘moderno torinese’ al contempo sperimentale e sofisticato, che non contrappone in forma artificiale i concetti di innovazione e tradizione, ma crea un dialogo tra la fiducia nel futuro e le qualità ambientali della città storica.

Spazi antichi per nuovi modi di lavorare e comunicare

Il passaggio tra le due maniche esistenti delle Pagliere è protetto da una copertura leggera, e una grande sala multifunzionale ad esso collegata si apre sul Passaggio Chiablese. Le nuove coperture e le nuove facciate sono rivestite in vetro e lamiera di rame ossidato naturale, includendo schermi LED che comunicano al pubblico le attività e le ricerche in corso.

CZA – Cino Zucchi Architetti

Con sede a Milano, lo studio fondato da Cino Zucchi lavora alla scala architettonica, urbana e paesaggistica del progetto. I suoi progetti sono stati esposti in numerose mostre internazionali e pubblicati su riviste italiane ed estere.

CZA – Cino Zucchi Architetti – capogruppo / project leader (Milano)
Politecnica Ingegneria ed Architettura società cooperativa (Modena)
Tiemme (Milano)
Dotdotdot (Milano)
Torinostratosferica (Torino)
Alberto Artioli (Como)