Un progetto che abbraccia lo stato ibrido del sito, il senso del suo essere in divenire. Un progetto secondo cui gli “spazi trovati” possano essere letti come distinti, creando allo stesso tempo un’atmosfera complessiva e coerente.

Strutture primarie per un intervento minimale

Il nostro progetto propone una serie di “strutture primarie” che lavorano a diverse scale per marcare e dare risalto a luoghi importanti all’interno del complesso della Cavallerizza Reale.

Gli edifici esistenti sono stati costruiti a grande scala per i cavalli, non erano palazzi, e siamo riluttanti a restaurarli eccessivamente.

La loro patina d’età parla della storia, del passaggio dalla Corona alla Repubblica, e oggi può parlare della nuova, eccitante trasformazione prevista per questo luogo. Rendere perfetti gli enormi spazi dell’Ala del Mosca e delle Pagliere sarebbe impraticabile e non auspicabile. Il nostro progetto propone un’altra strategia, che forse trae la sua sensibilità dalla pratica dell’Arte Povera.

Il riutilizzo di questi importanti edifici e spazi storici è fondamentalmente un approccio sostenibile.

A questa solida base aggiungiamo un’ulteriore strategia: fare il meno possibile. La stabilizzazione delle strutture esistenti, la resistenza ai terremoti e i relativi servizi consumeranno una parte consistente del budget del progetto.

Una strategia parallela verrebbe utilizzata per gli spazi esterni del complesso: si farebbe quanto basta per rendere i percorsi agevoli e accessibili, si introdurrebbero nuove piantumazioni per moderare il clima e rendere gli spazi più confortevoli e fruibili, per aumentare la biodiversità in tutto il sito in connessione con i Giardini Reali.

Tutte le nuove costruzioni verrebbero realizzate utilizzando il legno e riciclando i materiali attualmente presenti o reperibili localmente. L’obiettivo è sviluppare una strategia a zero emissioni di carbonio, in modo che la nuova Cavallerizza Reale sia un paradigma sociale e ambientale per lo sviluppo della città contemporanea.

Progetto classificato al terzo posto, nella classifica del concorso “Città nella città”, indetto per la riqualificazione della Cavallerizza Reale di Torino.

Armature

Come le centine utilizzate per costruire gli archi o i sostegni delle impalcature per la stabilizzazione e la riparazione di strutture antiche, il progetto propone una serie di “strutture primarie” che lavorano a scale diverse per marcare e dare enfasi a posizioni significative all’interno del complesso.

Queste strutture sono realizzate in legno, pietra e tegole, con una chiara identità tettonica e una precisa tavolozza di colori che completano gli stucchi, i mattoni e le tegole degli edifici della Cavallerizza. Esse incorniciano importanti soglie tra il complesso e la città, per esempio dall’accesso da sud, dove via Fratelli Vasco incrocia via Giuseppe Verdi, verso l’Ala del Mosca e la piazza che forma il centro del compendio. All’interno di questo spazio centrale altre strutture segnano l’ingresso al Teatro Maneggio, e un alto campanile annuncia la presenza della Fondazione e dei suoi partner, insieme con i programmi attuali e futuri visualizzati su banner tessili a LED. Appena dopo, il generoso porticato dell’Ala del Mosca è vetrato, diventando un foyer per la Fondazione e la prima di tre gallerie che danno il benvenuto nel complesso. Queste nuove strutture riparano e sostengono quelle esistenti, in modo da accogliere le nuove funzioni previste. Pensiamo a loro come ad architetture aperte che incorniciano la narrazione nei dipinti di Giotto, creando luoghi e regolando le atmosfere.

Atmosfere

Il nostro progetto investe inoltre le sue energie nella produzione di una serie di “atmosfere” accuratamente incorniciate che accolgono il programma attuale del progetto, ma anche nuove funzioni in futuro. Il piano terra dell’Ala del Mosca offre un’infilata di grandi sale, “così come sono”, ma trasformate quanto basta per fornire eccellenti spazi per le gallerie, strutture per conferenze e aree break. I livelli superiori dello stesso edificio offrono una serie di spazi di lavoro per la Fondazione, da uffici individuali a zone condivise e servizi sociali.

Il piano terra delle Pagliere fornisce un punto di orientamento per l’intero sito dal suo ingresso in via Rossini, formando sotto la sua nuova struttura di copertura in legno uno spazio grezzo per incontri e per mostre informali.

Il resto del piano terra è costituito da robusti atelier a sostegno dell’idea di “serra culturale”. A ovest, un nuovo ristorante si affaccia sui Giardini Reali, offrendo un importante luogo di aggregazione per le diverse componenti del complesso e della città.

Caruso St John Architects

Fondato a Londra nel 1990 e con sede anche a Zurigo, lo studio di architettura guidato da Adam Caruso e Peter St John ha collezionato nel corso degli anni numerosi premi e pubblicazioni, tra cui lo Stirling Prize.

Caruso St John Architects – capogruppo / project leader (London, United Kingdom)
Onsitestudio (Milano)
General Planning (Milano)
Rossella Moioli (Milano)
Stefano Maria Della Torre (Milano)
Antonia Teresa Spanò (Torino)
CODICI Ricerca e intervento (Milano)